Palazzo Moffa, Micone presenta un’interrogazione su Molise Acque
Il consigliere regionale di Grande Sud, Salvatore Micone, ha in mattinata presentato un’interrogazione in Consiglio Regionale per fare luce su vicende ancora oscure legate alla gestione di un Ente di grande centralità per la Regione Molise.
“Si tratta dell’Azienda Speciale “Molise Acque” che – sostiene il Consigliere di opposizione, presenta diverse criticità gestionali –. Dalla fine del mese di aprile 2014, l’azienda è priva di un Direttore Generale, organo al quale Statuto e Regolamento aziendali attribuiscono la fondamentale funzione di gestione amministrativa e finanziaria, non potendo, in base al principio della separazione dei poteri, quest’ultimo ruolo essere svolto in alcun modo dall’organo politico. Nell’interrogazione consiliare si chiedono le motivazioni della mancata nomina ed i tempi entro i quali si pensa di procedere all’individuazione del nuovo Direttore Generale, senza il quale c’è l’impossibilità di dare attuazione alle decisioni dell’organo politico. Ad oggi – aggiungeMicone –, sembrerebbe che risulti scaduto il mandato del Collegio dei Revisori e, se così fosse, non sarebbe chiaro il regime in cui esso ancora opera presso l’Azienda Speciale non essendo stati né nominati i nuovi componenti dell’organo di controllo né effettuato atto di prorogatio delle funzioni di quello precedente.
Altra criticità è relativa al numero dei dipendenti che risulta ad oggi essere pari a 69 unità a fronte delle 182 previste in pianta organica, ciò evidenziando la necessità di dare attuazione alle assunzioni programmate nel Piano triennale.
Inoltre, l’Azienda Speciale Molise acque è stata ricompresa nell’elenco degli enti interessati da interventi di razionalizzazione o accorpamento di cui all’art. 15 della legge finanziaria regionale 2014 (L.R. 18 aprile 2014 n. 11). Ma, continua Micone, tale previsione è inopportuna dal momento che l’Azienda Molise Acque è azienda Speciale, la quale non riceve fondi a carico del bilancio regionale. Da questo assunto invece, si dovrebbe partire per avviare una nuova politica di programmazione che consenta, sulla base delle grandi potenzialità dell’Azienda, la conservazione dell’autonomia finanziaria attraverso l’adeguamento della tariffa praticata alla regione Campania e un nuovo piano di investimenti aziendali finalizzato principalmente alla sostituzione delle attuali pompe di sollevamento e alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica con la tecnica del “mini – idroelettrico”. Tali processi – conclude Micone – comporterebbero anche un investimento in termini occupazionali ed economici per la regione”.