Palazzo Moffa, audizione in terza commissione degli amministratori dei comuni del Fortore, dell’Anas e dell’assessore Nagni
La seduta della Terza Commissione consiliare incentrata sia sugli eterni lavori di allargamento della sede stradale in agro di Toro, sia sull’imponente fenomeno di dissesto idrogeologico che da anni interessa in maniera preoccupante la Fondovalle del Tappino al chilometro 18, in corrispondenza del bivio per Pietracatella, ha consentito un confronto – a dire il vero atteso da tempo – fra gli amministratori dei Comuni del Fortore molisano, che hanno partecipato all’audizione, il capo compartimento dell’Anas Molise, l’ingegnere Giannetti, e l’assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Molise rappresentato dall’assessore Nagni.
La Fondovalle del Tappino è una arteria strategica per la nostra regione; è l’unica dell’entroterra che collega il Molise alla Puglia, è percorsa quotidianamente da migliaia di persone ed è stata teatro – troppo spesso – di incidenti mortali. Ma nonostante tutto questo, non risulta oggetto di alcun progetto di messa in sicurezza, che riguardi non solo la sede stradale ma anche e soprattutto il vasto movimento franoso che la sta, letteralmente, “mangiando”.
L’aver rimandato una soluzione vera – e non tampone – ha di fatto reso sempre meno sicura l’arteria, la cui percorribilità sarà destinata solo a peggiorare se non si interviene, in tempi brevi, in maniera definitiva e risolutiva.
Ho accolto positivamente l’idea di una sorta di task force che coinvolga l’Anas, la Regione Molise e le amministrazioni del Fortore al fine di individuare, con una tempistica adeguata, le modalità e le risorse economiche con le quali intervenire per dare finalmente una risposta a chi vede quotidianamente compromessi i propri diritti.
Nell’attesa che questa vicenda si concluda con la realizzazione di una infrastruttura viaria sicura, con il risanamento definitivo dei movimenti franosi, con la predisposizione di lavori risolutivi che coinvolgano tutte le situazioni emergenziali che contraddistinguono l’arteria, mi rivolgerò direttamente ai vertici nazionali dell’Anas che, fino ad oggi, hanno chiuso troppe volte gli occhi di fronte alle legittime richieste di questa parte della nostra regione.