Niente stipendio a marzo per le lavoratrici e i lavoratori della ristorazione e pulizia della Responsible Research Hospital: proclamato lo stato di agitazione

Le lavoratrici e i lavoratori impiegati nei servizi di ristorazione e pulizia in appalto presso la Responsible Research Hospital di Campobasso non riceveranno la retribuzione del mese di marzo 2025. A comunicarlo è la cooperativa Eraclya, titolare degli appalti, in una nota inviata alle Organizzazioni Sindacali Filcams CGIL Molise, Fisascat CISL Abruzzo Molise e UILTuCS Molise.
Secondo quanto riferito da Eraclya, la decisione sarebbe motivata dai ritardi nei pagamenti da parte della stazione appaltante, che avrebbero generato una situazione finanziaria non più sostenibile per la cooperativa.
Le Organizzazioni Sindacali, in maniera unitaria, denunciano con forza lo stato di incertezza economica che grava sulle lavoratrici e sui lavoratori coinvolti. Preoccupazione aggravata dal fatto che una simile situazione si era già verificata per la mensilità di gennaio 2025, segnalando così una pericolosa continuità nel disservizio retributivo.
In risposta, le sigle sindacali – Filcams CGIL Molise, Fisascat CISL Abruzzo Molise e UILTuCS Molise, rappresentate rispettivamente da Cinzia Bonetto, Stefano Murazzo e Milena Colamaio – insieme alle RSA e al personale coinvolto, hanno proclamato lo stato di agitazione, richiedendo al contempo una convocazione urgente da parte della Responsible Research Hospital ed Eraclya per un tentativo di conciliazione e avvio della procedura di raffreddamento.
“È vergognoso – dichiarano i sindacati – che una situazione di scarsa chiarezza tra Committenza e Appaltatore ricada sul diritto sacrosanto alla giusta retribuzione di chi, ogni giorno, svolge con dedizione e spirito di sacrificio il proprio lavoro”.
“Chiediamo rispetto – continuano – per chi garantisce quotidianamente la pulizia e sanificazione della struttura e per chi si occupa del vitto dei degenti, dei medici, degli infermieri e di tutti gli utenti della mensa“.
Le sigle sindacali assicurano che continueranno a far sentire la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, tutelandone i diritti fondamentali e denunciando ogni forma di precarizzazione e mancato rispetto degli obblighi retributivi.