Natale 2020, Acli Molise: concerto di speranza ‘A rivedere le stelle’
La Presidenza di Acli Molise Aps, guidata da Enzo Scialò in Coordinamento donne Acli e Associazione Liberi nell’Arte Presieduta dal Magistrato Daniele Colucci, promuovono il Concerto di Natale – in forma ridotta per motivi legati all’osservazione delle norme DPCM anti Covid -19 – in occasione del Santo Natale 2020, come messaggio di speranza e di prossimità attraverso il linguaggio dell’arte.
Mercoledì 23 dicembre, alle ore 19 nella Chiesa di Sant’Antonio di Padova a Campobasso, si terrà un breve momento musicale di atmosfere natalizie sulle note di canti della tradizione natalizia e della tradizione spiritual and gospel (a cura di una formazione ridotta per evitare assembramenti) di Ancient Souls dal tema “A rivedere le Stelle” To see the stars again con la partecipazione dello zampognista Christian di Fiore. L’incontro fatto cultura e cultura musicale sarà anche occasione per promuovere le celebrazioni in onore del compositore L. Van Beethoven nel 250esimo anniversario della nascita e per la memoria dedicata al sommo poeta Dante Alighieri nella prospettiva delle celebrazioni del 2021 nel quale ricorre il 700esimo anniversario della morte.
Il contesto, quello che la società sta vivendo, nel quale la figura del Redentore è centrale per il Natale e nella vita dei Cristiani al fine di promozione di una cultura dell’incontro. “sappiamo per fede- come recita una nota della CEI – che sta per fare capolino la voce dell’angelo, che porterà la notizia attesa da sempre: “Nel silenzio delle tante ferite che incidono profondamente sul corpo, nell’anima e nello spirito, Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore’”.
«La parola “cultura” indica qualcosa che è penetrato nel popolo, nelle sue convinzioni più profonde e nel suo stile di vita. Se parliamo di una “cultura” nel popolo, ciò è più di un’idea o di un’astrazione. Comprende i desideri, l’entusiasmo e in definitiva un modo di vivere che caratterizza quel gruppo umano. Dunque, parlare di “cultura dell’incontro” significa che come popolo ci appassiona il volerci incontrare, il cercare punti di contatto, gettare ponti, progettare qualcosa che coinvolga tutti. Questo è diventato un’aspirazione e uno stile di vita. Il soggetto di tale cultura è il popolo, non un settore della società che mira a tenere in pace il resto con mezzi professionali e mediatici».