Musica e Neurologia, al Neuromed l’evento “Note in Connessione. Umanità, cura e ricerca”
Giovedì 25 luglio 2019, a partire dalle ore 20, il piazzale antistante l’ospedale dell’I.R.C.C.S. Neuromed ospiterà l’evento “Note in Connessione. Umanità, cura e ricerca”. Promossa dalla Fondazione Neuromed, l’iniziativa punta a sottolineare il potere della musica sul cervello.
Evidenze scientifiche dimostrano infatti una forte interconnessione tra musica e neurologia. Parliamo di qualcosa che va oltre la semplice percezione dei suoni: si stanno analizzando infatti dei possibili effetti positivi della musica sulle funzioni del cervello umano. Studi che oggi sono possibili anche grazie all’avanzamento delle nuove tecnologie in campo medico, come l’uso di risonanze magnetiche funzionali che permettono analisi molto più dettagliate sulle funzionalità dell’organo più affascinante del nostro corpo.
Saranno presenti al concerto i neurologi dell’I.R.C.C.S. Neuromed con il responsabile della Neurologia I, professor Diego Centonze, i vertici dell’Istituto e ovviamente i pazienti.
Il concerto è aperto a tutti ed è gratuito. Il gruppo “The Ecstasy of Gold” eseguirà musiche di Mozart, Ennio Morricone, Nicola Piovani, Gianluca Sibaldi e altri. Un concerto di musica classica e di colonne sonore dei film più belli dell’ultimo secolo per scoprire la bellezza e l’importanza della musica anche nella vita quotidiana.
“L’ospedale è un luogo dove l’umanità deve essere messa al primo posto – spiega Mario Pietracupa, Presidente della Fondazione Neuromed – Nella cura delle patologie l’attenzione alla persona deve essere imprescindibile. Promuoviamo per questo momenti e iniziative che sottolineano tale aspetto, tesi a donare ai pazienti il contatto con il mondo reale superando il momento di dolore vissuto. Al di là degli studi scientifici, indispensabili per far capire quanto l’umanità – e in questo caso la musica – siano di fondamentale importanza per un migliore recupero psicofisico, lavorare sullo stato d’animo delle persone ci aiuta a far superare loro il disagio vissuto, a recuperare la fiducia in sé stessi, il tutto per una prospettiva di vita attiva e in efficienza”.