Montenero Valcocchiara, ricercatori Unimol a caccia di minerali vulcanici e dei pollini di piante scomparse
L’origine del ‘Pantano della Zittola’ è sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori dell’Università del Molise. Infatti, dopo gli esami preliminari effettuati nel 2013, sono ritornati nella zona per studiare la torbiera effettuando dei carotaggi all’interno dell’area più antica, cioè quella tecnica di campionamento adottata durante le ricerche di risorse minerarie nel sottosuolo. I campioni sono stati inviati in Cina, al laboratorio di Paleomagnetism and Geochronology di Pechino ed alla Chinese Academy of Science (CAS) nonché in Corea al Department of Herth and Environment Sciences, Gyeongsang National University.
Valcocchiara, come si può evincere dalla denominazione, è una valle a forma di cucchiaio classificata e censita come SIC IT7212126 (Sito di interesse Comunitario) afferente alla Rete europea Natura 2000.
Il ‘Pantano della Zittola’, costituisce una delle più antiche ed estese torbiere appenniniche d’Italia. Dal punto di vista geomorfologico il sito è localizzato in un’ampia conca intermontana con fondo sub-pianeggiante, allagato per la maggior parte dell’anno. Il paesaggio rurale di questa zona ha una lunga storia perché è segnato dalla presenza delle antiche vie della transumanza: i tratturi Castel di Sangro-Lucera e Celano-Foggia. La torbiera appartiene alla categoria delle torbiere soligene, in quanto attualmente è alimentata da risorgive e da acque superficiali. Il sito SIC della torbiera racchiude un’ampia varietà di tipologie di habitat: prateria, palude, torbiera, bosco con aree carsiche, torrenti, che caratterizzano una zona naturalistica estremamente ricca. La vegetazione è molto varia e presenta versanti boscati interessati alle quote più elevate dalla faggeta e alle quote inferiori dalla cerreta mesofila. Parte della torbiera è coperta da prati e pascoli che si sviluppano durante i mesi estivi, quando il pantano si prosciuga. La vasta estensione dell’area, connessa anche ai rilevanti aspetti naturalistici e paesaggistici, rende quest’ambiente paludoso di particolare pregio e rarità per la Regione Molise.
Dai primi dati della ricerca è possibile stabilire che circa 20.000 anni fa la valle, dove ora c’è il pantano bonificato della ‘Zittola’, era coperta da un grande lago. Grazie a uno sbarramento di detriti glaciali, il bacino si è mantenuto intatto fino al momento del ritiro dei ghiacciai (circa 10000 anni fa) e la zona paludosa si è trasformata gradualmente in una torbiera. La torba è stata utilizzata in epoche passate, già dal medioevo E fino alla prima guerra mondiale. Dalla torba si è ricavato un prezioso combustibile per riscaldare le case e le fornaci per la preparazione di laterizi, per ultimo la torba è stata impiegata per la produzione della birra torbata di un piccolo stabilimento della Peroni oggi chiuso e dismesso. I ricercatori dell’Università del Molise stanno utilizzando la torbiera come archivio storico per studiare i resti della vegetazione e dei sedimenti che si sono accumulati durante la sua formazione.
Racconta il docente Claudio Colombo, ordinario di pedologia dell’UniMol: “I sondaggi che abbiamo realizzato permetteranno di capire prima di tutto se la genesi del lago è riconducibile all’ultima glaciazione e quanto hanno influito gli ultimi eventi vulcanici”.
Gli ultimi carotaggi si sono infatti spinti fino alla profondità di 4 metri fino a raggiungere lo strato profondo di natura argillosa dove dovrebbero esserci tracce di depositi glaciali e di antichi suoli della valle. La dott.ssa Erika Di Iorio, che sta completando la sua tesi di dottorato sullo studio della torbiera, aggiunge: “già dai primi dati della composizione chimica della torba prelevata dai livelli più profondi della torbiera, sono riconducibili a circa 10.000 anni fa e ci raccontano di cambiamenti del suolo e della vegetazione a seguito di variazioni climatiche avvenute alla fine dell’ultima glaciazione”. Nei laboratori del Dipartimento di Agricoltura Ambiente ed Alimenti, la professoressa Elisabetta Brugiapaglia, esperta palinologa dell’Università del Molise, sta studiando i pollini di piante scomparse nella valle dopo il ritiro del ghiacciaio.
Lo stesso Colombo aggiunge: “grazie alla collaborazione con i due prestigiosi laboratori cinese e coreano, si potranno studiare i minerali e gli elementi in traccia negli strati della torbiera. Ad esempio la presenza di maggiore concentrazioni di piombo e arsenico in superficie indicano un aumento dell’inquinamento atmosferico a seguito della combustione dei laterizi a partire dal medioevo”.
A distanza di migliaia di anni, la torbiera oggi è in grado di raccontare la storia della biodiversità e del clima della valle molisana negli ultimi 20.000 anni.