Liscione sicuro, il comitato scrive al premier Conte
Il dibattito in tema di sicurezza torna centrale. Lo fa alla luce dei terribili fatti di cronaca che hanno coinvolto la città di Genova e a seguito del sisma che lo scorso 16 agosto ha colpito il Molise.
Proprio in regione l’attenzione è focalizzata sul viadotto del Liscione, mai collaudato e chiuso a seguito del terremoto per consentire ai tecnici di effettuare i dovuti controlli. Su Facebook è nato un gruppo pubblico ‘Liscione sicuro’ che è già comitato e che conta ad oggi già numerosi iscritti. Nato per sollecitare gli organi regionali a tenere fede a quanto stabilito dopo la sigla del Patto per il Molise nel 2016 che, tra gli interventi prioritari, prevedeva proprio il ‘Ripristino della sicurezza del territorio attraverso il collaudo e messa in sicurezza dell’invaso del Liscione’.
Proprio i rappresentanti del Comitato hanno scritto una missiva al presidente del Molise, Toma, al presidente del Consiglio dei Ministri, Conte e al ministro delle Infrastrutture Toninelli.
“L’immane tragedia di Genova e il fenomeno tellurico che ci ha interessato nei giorni di ferragosto hanno acuito e amplificato la preoccupazione, la paura e l’ansia di tutti noi molisani perché consapevoli da anni della criticità di quell’arteria”.
“Il problema principale che ci attanaglia, – dicono ancora dal comitato – oltre alla condizione effettiva della struttura del viadotto (che probabilmente non si conosce fino in fondo e che non vogliamo evocare per evitare allarmismi), è la possibilità purtroppo reale che un evento grave simile a quello attuale possa provocare, in futuro, la chiusura del viadotto impedendoci il transito, cosa che spezzerebbe l’unico collegamento percorribile tra il Basso Molise e il resto del territorio, caratterizzato, come purtroppo constatiamo ogni giorno, da una rete stradale impraticabile che ci rende la vita difficile.
Per questi motivi, il comitato chiede alle istituzioni competenti di: “attivare tutte le iniziative atte alle verifiche e ai controlli sulle reali condizioni di conservazione dei materiali del viadotto, soprattutto di quelli delle basi sommerse dei piloni; un tavolo di confronto con il Governo Nazionale, con l’Anas ed enti preposti per individuare le risorse e le soluzioni progettuali più idonee a realizzare, con procedura d’urgenza, una strada a mezza costa collocata sul versante di Guardialfiera che colleghi il bivio di Lupara con l’area dell’ex Zuccherificio del Molise”.
“Una soluzione simile – fanno sapere ancora dal comitato – venne concordata tra l’allora presidente della Regione Molise Giovanni Di Stasi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Micheli e il Presidente dell’Anas Giuseppe D’Angiolino. Nel corso di un incontro tenuto a Palazzo Chigi nel 2001 fu previsto un intervento, cofinanziato dal Governo nazionale e dalla Regione Molise, per la realizzazione di una strada a mezza costa sul versante di Guardialfiera. Perché non ricominciare da lì, naturalmente con i protagonisti di oggi?”
“Ci rendiamo conto delle difficoltà da superare per raggiungere gli obiettivi che proponiamo, ma siamo sicuri che la consapevolezza del pericolo sia troppo grande da parte di tutti per non prendere provvedimenti seri in merito”.
Lo stesso comitato chiede, infine, un incontro per “approfondire l’argomento, conoscere il parere sulla proposta esposta, nonché programmare le iniziative future”.
La missiva è firmata da: Rita Frattolillo, Simonetta Tassinari, Barbara Bertolini, Annamaria Lombardi, Emma De Capoa, Marilena Di Sabato, Rossella De Rosa.