Legge sull’editoria, i giornalisti Cimino, Eremita e Santimone: “Perché escludere alcune testate dai finanziamenti?”
I consiglieri nazionali dell’Ordine dei Giornalisti: Vincenzo Cimino, Pietro Eremita e Cosimo Santimone, attraverso una nota stampa, prendono posizione sulla polemica che si è scatenata attorno alla legge sull’editoria.
“In merito alle notizie di stampa circolate di recente, i consiglieri nazionali dell’Ordine dei Giornalisti eletti in Molise – si legge nella nota stampa -, pur comprendendo le preoccupazioni di alcune testate giornalistiche regionali, confermano di condividere le risoluzioni, oltre che di aver dato pieno e ampio contributo nella stesura delle linee guida, all’interno del direttivo regionale dell’Ordine, loro allargato in data 20 settembre 2014, allorquando numerose tra le tesi e le osservazioni proposte (soprattutto in termini di premialità a dimensione aziendale; contrattualizzazione dei dipendenti ed equo compenso), erano inserite nel contesto del documento conclusivo proposto al governatore, Di Laura Frattura.
Stigmatizzano di non aver avuto a disposizione il testo di legge sull’editoria; né di essere mai stati convocati in audizione dal presidente della Regione, nelle fasi che hanno precorso la sua definizione; tantomeno di essere a conoscenza degli emendamenti ad essa apportati.
Cimino, Eremita e Santimone, tra l’altro, si domandano il perché – nell’ambito del provvedimento di legge – non pare siano state inserite le aziende della Radiodiffusione che pure esistono in regione o quelle della stampa “Free Press”, che occupano numerose persone e che svolgono un lavoro di informazione ulteriormente utile e facilmente fruibile.
Peraltro, il vice presidente della Commissione Giuridica in seno al Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Vincenzo Cimino, ha già avviato le procedure per sottoporre il provvedimento di legge regionale sull’Editoria alla stessa Commissione.
I consiglieri nazionali, infine, ribadiscono l’esigenza di dare vita a dibattiti pubblici e televisivi, al fine di far conoscere anche all’utenza la realtà delle problematiche in essere, evitando di farle apparire come qualcosa di avulso dal contesto sociale, esclusivamente privatistico o appannaggio di un ristrettissimo gruppo di persone.
L’informazione e il diritto ad essa – concludono Cimino, Eremita e Santimone – è una realtà che riguarda la vita di ogni cittadino che deve avere coscienza e contezza di ciò che si muove nel mondo e nei meccanismi dell’informazione>>.