La Gilda Molise sul piano di assunzioni nella scuola: “Effetti negativi dopo la riforma”
“Come premesso in diversi comunicati stampa e riunioni sindacali, un po’ tutti avevano sollevato critiche circa la riforma del ddl scuola e sugli effetti negativi che si sarebbero abbattuti sul personale docente e non docente. Ciononostante non si era stati accorti nel predisporre delle modifiche specie sulla mobilità, sui ruoli da assegnare, sul numero dei posti e sugli scomodi se non impossibili spostamenti che questa norma impone suo malgrado ai dipendenti del comparti scuola. Ovviamente, orecchie da mercante e noi della Gilda, chimere inascoltate”: è quanto si legge in una nota stampa della Gilda Molise.
Pertanto il sindacato anticipa la conclusione: il Governo ha ben poco da festeggiare, è stato un flop bestiale.
“Il numero di candidati – afferma il coordinatore Gilda Molise, Michele Paduano – che hanno fatto domanda non riuscirà a coprire il contingente del piano straordinario, atto questo diramato da noi mesi or sono. Le domande sono state circa 71mila, ma di queste circa 15mila sono dell’infanzia e quindi quelle reali sono circa 56.000. Già in fase B i posti di sostegno dell’infanzia, della primaria e della media, non saranno tutti coperti. Quindi non ci saranno candidati di sostegno per la fase C se non per la sola scuola secondaria superiore. Per la fase C, pur supponendo che i candidati siano distribuiti in maniera tale da poter coprire tutte le classi di concorso poi individuate nella fase C e che tutti i posti di sostegno di questa fase verranno assegnati alle superiori, rimarrebbero più di 11.000 posti scoperti. Ma credo di poter affermare con certezza che saranno almeno il doppio se non di più. Tanto per fare un esempio, ci sono più di 5400 domande di candidati sulla A19 per poche decine di posti nella fase B e, per bene che vada, qualche centinaia nella fase C. Ribadisco quindi – conclude il professor Michele Paduano – che questi numeri dimostrano in maniera inequivocabile quello che da tempo stiamo dicendo riguardo all’inadeguatezza della proposta del governo”.
Eugenio Crispo