In Terza Commissione la questione dell’acquedotto molisano centrale. Ciocca vuole chiarezza

Il consigliere regionale Salvatore Ciocca
Il consigliere regionale Salvatore Ciocca

A seguito delle emergenze idriche che hanno recentemente interessato molti comuni del Basso Molise, questa mattina lunedì 22 febbraio, la Terza Commissione ha affrontato il tema relativo ai lavori di realizzazione e collaudo dell’acquedotto molisano centrale. Sono stati invitati in audizione, al fine di chiarire gli iter e le motivazioni alla base del mancato collaudo dell’opera, l’assessore Pierpaolo Nagni e alcuni componenti della struttura regionale di riferimento, i vertici della Molise Acque, l’ingegnere Donato Carlea (commissario straordinario per la realizzazione dell’infrastruttura) e l’amministrazione comunale di Termoli.

In qualità di presidente della Terza Commissione, come già anticipato, il consigliere regionale Salvatore Ciocca, ha chiesto lumi “sulle motivazioni alla base della mancata operatività della infrastruttura grazie alla quale Termoli e i comuni del Basso Molise utilizzeranno acqua proveniente dalle sorgenti del Biferno e non più quella – potabilizzata – dell’invaso del Liscione”.

“Si è chiarito – fa sapere Ciocca – che a causa di due movimenti franosi i lavori hanno subito un improvviso rallentamento; gli esiti della prima frana, che si trova nel territorio di Fossalto ed è ascrivibile a fenomeni naturali legati al maltempo, non destano molte preoccupazioni al contrario del fenomeno di dissesto che, invece,  interessa l’area di Guardialfiera. Ritenendo prioritario dare risposte concrete ai cittadini, – prosegue l’esponente di Palazzo Moffa – ho invitato i responsabili della Molise Acque e il commissario straordinario Carlea a fornire, con immediatezza, chiarimenti circa la possibilità di procedere con urgenza a collaudi parziali che consentano finalmente la fornitura di acqua di sorgente lì dove al momento è possibile, senza attendere il collaudo finale dell’opera e nell’attesa che vengano risolte le questioni tecniche e burocratiche connesse alla frana di Guardialfiera che di fatto ha bloccato il prosieguo dei lavori. E’ necessario, – dice ancora Ciocca – ed è stato altresì da me richiesto, conoscere la tempistica di tali collaudi parziali che garantirebbero, come già evidenziato, l’utilizzo dell’acquedotto per i comuni che potrebbero esserne già serviti. Ho anche chiesto – conclude poi – chiarimenti circa l’acqua di sorgente che viene comunque immessa nelle condotte e che sembrerebbe vada, al momento, dispersa”.

La Terza Commissione consiliare riconvocherà entro tre mesi tutti i soggetti coinvolti, al fine di verificare sia gli iter che si sono avviati oggi sia la reale possibilità di utilizzo dell’acquedotto almeno per i comuni dove sarebbe già possibile nell’attesa che il Cipe, già sollecitato anche di recente, approvi la perizia di variante, tassello fondamentale per procedere al completamento dell’infrastruttura.

Redazione

CBlive

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