Il PD presenta una mozione per tutelare i dipendenti delle Comunità Montane. ‘Un dovere morale tutelare i lavoratori’ spiega la Fanelli
Una messa in liquidazione infinita, un inutile aumento di spesa per i commissari, decine di dipendenti (padri e madri di famiglia) che ancora non sanno come e se saranno reimpiegati, una mancata attuazione della legislazione regionale sulle comunità montane.
È sulla scorta di queste non più prorogabili esigenze che il Gruppo Consiliare del Partito Democratico ha presentato una mozione per la stabilizzazione dei dipendenti delle Comunità Montane in liquidazione e il loro inserimento nel Piano assunzionale regionale, che nulla dice al riguardo.
Un nuovo atto che segue quelli proposti per le altre vertenze di lavoro, come quella che interessa la Gam di Bojano, per la quale, nel mese di agosto, il Consiglio Regionale ha approvato un ordine del giorno, partendo dalle nostre proposte, che ancora aspetta una risposta da parte del Governo regionale.
Sul versante Comunità Montane, dopo l’ultima proroga dei nuovi quattro Commissari nominati dal Governatore Toma (in carica fino a dicembre 2019, con un’indennità mensile di 2000 euro ciascuno), considerata la procedura per i piani assunzionali attivata della Regione Molise, che dovrebbe essere attuata a breve con avvisi pubblici (e che non spende una parola né per i dipendenti degli enti montani, né per i ‘precari storici’), per il Partito Democratico una necessità non più rinviabile è quella di prendere in considerazione la situazione degli oltre 50 dipendenti delle stesse, rispetto ai quali la legislazione prevede esplicitamente che la Regione se ne faccia carico.
Per risolvere, definitivamente e correttamente, questo problema, è stato quindi chiesto un impegno al Presidente della Regione a procedere alla stabilizzazione nell’organico della Regione dei dipendenti degli enti in liquidazione, stante la previsione delle norme che hanno disciplinato la materia in Molise e stante la circostanza che all’interno delle procedure attivate, nulla si ravvisa per questa tipologia di lavoratori.
È stato inoltre chiesto di attivare un immediato confronto con le forze sindacali e la Commissione consiliare competente, per approfondire l’apertura delle procedure di stabilizzazione.
Infine, i Consiglieri del Pd hanno sollecitato la Regione nel proseguire con la procedura di liquidazione, così come previsto all’interno delle decisioni adottate con la Legge di Stabilità 2019, eliminando tutte le spese assolutamente inopportune che riguardano i costi dei commissari ad acta e, per alcuni di questi, anche altre spese sicuramente ultronee per enti in liquidazione.
“Questa mozione – spiega il Capogruppo Micaela Fanelli – segue e completa l’ordine del giorno presentato in Consiglio Regionale agli inizi del mese di agosto, attraverso il quale abbiamo chiesto al Governatore una compiuta valutazione dei fabbisogni e la ricognizione delle risorse umane attualmente impiegate, direttamente e indirettamente, dalla Regione, al fine di una valorizzazione finalizzata alla partecipazione alle fasi attuative del Piano triennale, con specifico riferimento alla necessità di approfondire le posizioni dei cosiddetti ‘precari storici’, che risultano essere circa 600. A fronte di questa situazione complessiva e che Toma fa finta di non vedere, esiste il problema specifico dei dipendenti delle Comunità montane. È giuridicamente e moralmente un obbligo occuparsi di queste situazioni, che meritano chiarezza e rispetto”.