Giubileo del Lavoro, sabato 30 aprile l’incontro dinanzi le porte della Gam di Bojano
In programma per sabato 30 aprile il Giubileo del Lavoro che si terrà davanti alla Gam alle 17. Alle 16.00 si partirà dalla cattedrale di Bojano per raggiungere il luogo della liturgia a piedi. Il Giubileo del lavoro dovrà essere un momento di incontro con le diverse categorie che rappresentano le aziende in crisi dell’area matesina. Lo slogan del Giubileo sarà “Riapriamoci le porte delle nostre aziende”. “È la porta della misericordia che deve guidarci. Riaprire le porte del luogo di lavoro come simbolo di speranza e di misericordia”, le parole dell’arcivescovo Giancarlo Bregantini.
Sarà il Giubileo di tutta l’area matesina, dove la Gam e la riapertura delle sue porte rappresentano simbolicamente le aziende in crisi di tutta l’area del Matese, da Sepino fino a Castelpetroso.
Il Giubileo del lavoro consisterà di due momenti: un momento celebrativo davanti alla Gam il giorno 30 aprile, alla vigilia del primo maggio, e un momento di dibattito posticipato al dopo elezioni al comune di Bojano.
Durante la conferenza stampa per la presentazione dell’iniziativa, il vescovo Bregantini ha illustrato ai partecipanti, confrontandosi poi con loro, l’organizzazione del Giubileo. Hanno partecipato all’incontro: Carlo Perrella, assessore al comune di Bojano; Nicola Lalli, Giuseppe Maiorano docente Unimol, Siria Tavaniello assistente del professor Maiorano, Taddeo Salvatore dipendente GAM, Agostino dirigente Uil, Antonio Romano, Rita Carla Codispoti redattrice Molise Insieme area di Bojano, l’avvocato Massimo Romano, il Presidente Provincia di Campobasso Rosario De Matteis, Fabrizio D’Ippolito responsabile Un Paese per Giovani e segreteria organizzativa Giubileo del Lavoro, Raffaele De Simone della Cgil, Don Rocco parroco Cattedrale Bojano e Franca Romano. Presenti anche altri lavoratori Gam, cassaintegrati e cittadini di Bojano.
A conclusione dell’incontro il vescovo Bregantini ha invitato alla speranza e a continuare a combattere per riprendersi una parte di vita del Matese. “Dovrà essere un evento attrattivo e propositivo, – ha detto – sono contento che tiriate fuori tutta l’arrabbiatura che avete dentro con dignità. Ora decidete voi se riabbellire quel luogo per celebrare una rinascita. Noi vogliamo che le trattative si riaprano, avanzando anche delle proposte su nuovi modelli manageriali”.
Parole di incoraggiamento sono venute anche da Don Rocco: “Non perdiamo occasione di celebrare questo momento tutti insieme. Dovrà essere un giubileo che celebra la “dignità del lavoro”.
Stessa esortazione anche da Don Alessandro: “vorrei che fossero interessati soprattutto chi ci guida, i nostri dirigenti, che si prendano cura dei propri figli come un buon padre di famiglia. Vorrei che si decida insieme a loro il bene comune. Che si impegni di più chi ha maggiori responsabilità”.