Gianni Falcione non ce l’ha fatta: addio al magistrato molisano. Il cordoglio del giornalista Santimone
Non ce l’ha fatta a vincere la sua partita più importante: il giudice Gianni Falcione si è arreso alla malattia, che lo ha costretto a lunghe cure nel corso degli ultimi anni. Tra i magistrati più affermati nel Tribunale di Campobasso, aveva alle spalle una carriera di prestigio. A 51 anni lascia il mondo terreno. I funerali si terranno domani, lunedì 22 dicembre 2014, a San Giuliano del Sannio, presso la Chiesa di San Nicola.
Uno dei primi messaggi di cordoglio arriva dal giornalista Cosimo Santimone, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, particolarmente legato al compianto Gianni Falcione.
“Con la prematura morte del giudice Giovanni Falcione – si legge nella nota di Santimone – l’intero Molise ha perso non solo un magistrato illuminato ma anche un uomo di elevato spessore. Non amava le luci della ribalta. Anzi, spesso rifuggiva microfoni e telecamere. Ma credo che nessuno dimenticherà le sue decisioni, rilevanti non solo sotto il profilo puramente giurisprudenziale ma anche dal punto di vista sociale (basti pensare solo alle miriadi di sentenze per contrastare il diffondersi della piaga droga nell’intera regione).
Il giudice Giovanni Falcione conosceva il diritto, aveva una spiccata sensibilità (per me fuori dall’ordinario) per i problemi delle persone più deboli. Aveva, memore forse del suo trascorso nel mondo dell’informazione (forse pochi sanno che, da giovanissimo, il sacro fuoco della passione per la scrittura si impadronì anche di lui) un ottimo intuito investigativo (e lo dimostrò, tanto per fare un esempio, nei giorni immediatamente seguenti il massacro di Ferrazzano). Aveva onestà intellettuale e rigore morale. Il giudice Giovanni Falcione non era schematico. Non partiva mai con la convinzione di trovarsi di fronte ad un potenziale colpevole. In ogni singolo processo voleva capire, approfondire. Era un grande studioso del diritto. E aveva una alta considerazione del lavoro e del ruolo degli avvocati, con i quali colloquiava senza mai innalzare nessuna barriera. Competenza, equilibrio e determinazione hanno contraddistinto i suoi anni da magistrato.
Prima in giro per l’Italia, poi a Foggia, a Campobasso, a Vasto, e poi di nuovo nel capoluogo molisano. Per tutti era il giudice Giovanni Falcione. Per me era Gianni. Non (solo) un magistrato ma un amico. Con il quale ho condiviso tanti momenti. Ho avuto il privilegio di conoscerlo anche al di fuori delle aule di giustizia. Venti anni fa. Io ero un novello studente di giurisprudenza e lui, dall’altra parte, già in ‘cattedra’.
Una amicizia poi ripresa e cementata negli anni. E mai come in questo momento grande è il rammarico per non aver trascorso ancora più tempo in sua compagnia. A lui mi legava un affetto profondo. E non è affatto facile confrontarsi con questo dolore. Gianni è stato per me un modello da seguire (e tanto mi hanno insegnato i suoi preziosi consigli durante le nostre chiacchierate), ed è stato, in particolar modo, un grande uomo che ha combattuto la sua ultima battaglia con la stessa discrezione con cui è vissuto. Ai suoi familiari giungano le mie più sentite condoglianze. Ciao Gianni”.
Anche il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, ha epresso il proprio cordoglio per la morte del giudice del Tribunale di Campobasso. “La morte di Gianni Falcione – ha detto il numero uno del Molise – colpisce tutti quelli che hanno avuto l’onore di conoscerlo, la fortuna di averlo amico. Gianni era una bella persona come poche in giro. Lo è stato nella vita quotidiana e lo è stato come giudice. Un magistrato giusto e serio. Ne sentiremo tutti la mancanza. Sentiremo la mancanza di un uomo che ha dato alla toga che ha indossato con passione e rigore uno straordinario valore aggiunto, l’umanità. Alla famiglia – ha poi concluso Frattura – e agli affetti più importanti del giudice Falcione le condoglianze più sentite per un lutto che ci addolora davvero tutti”.