Franco Paoletti diventa primario di medicina al Caracciolo
Il reumatologo al momento avrà il ruolo di facente funzioni
“Oggi l’unico ospedale di montagna del Molise, riconosciuto quale struttura di ‘area particolarmente disagiata’, continua ad avere pesantissime criticità. E’ questo il commento del portavoce M5S Andrea Greco (foto), alla notizia della nomina del nuovo primario facente funzioni. Le criticità dichiarate dal consigliere vanno dall’obsoleto parco tecnologico, alla cronica carenza di personale, assente inoltre la figura del direttore sanitario. “L’incarico di primario facente funzione del reparto di Medicina del ‘Caracciolo’, conferito al reumatologo Franco Paoletti, deve costituire il primo passo per la riorganizzazione di un presidio con enormi potenzialità.” Prosegue Greco che segnala anche la mancanza di una Tac, che costringe i pazienti a continui spostamenti verso Isernia. Al Caracciolo c’è il pronto soccorso ma non le sale operatorie, che sarebbero inutilizzate da anni. A luglio dello scorso anno i consiglieri Cinquestelle hanno presentato un documento finanziario dettagliato, sottoscritto anche da numerosi sindaci della zona. Il documento dichiarava che circa 15 milioni di euro all’anno sarebbero sufficienti per permettere al ‘Caracciolo’ di funzionare in maniera adeguata, tanto da soddisfare le necessità del territorio.
Fra le criticità alcuni avvisi, per la ricerca di specialisti, che sarebbero andati a vuoto. L’anno scorso la regione cercava due medici di Medicina interna per questo ospedale di Agnone, ma nessuno avrebbe partecipato al bando. Incertezze anche per il Laboratorio Analisi, dove alcuni dipendenti sono prossimi al pensionamento. Sembra tuttavia che i cittadini dell’alto Sangro e Vastese, malgrado le chiusure e i ridimensionamenti dei servizi della zona, continuino a riversarsi all’ospedale alto molisano. “La nomina di Paoletti non può e non deve passare come una ‘concessione’ straordinaria, – prosegue Grteco- bensì rappresenta un dovere e un obbligo da parte dell’Azienda nei confronti di chi vive nelle aree interne. È stato colmato un gap che durava, in maniera inaccettabile, da troppo tempo.”
Carola Pulvirenti