Festa della Repubblica, il sindaco Battista: “L’impegno di ogni cittadino guardi sempre a quello profuso da chi è venuto prima di noi”
Riceviamo e pubblichiamo il discorso del sindaco di Campobasso, Antonio Battista, in occasione della festa della Repubblica Italiana.
“Buongiorno a quanti sono qui convenuti per la festa della nostra Repubblica. Porgo i miei saluti al prefetto della Provincia di Campobasso, alle autorità civili, militari e religiose che partecipano alla solenne cerimonia. Saluto i cittadini e ringrazio il Coro dell’Istituto Comprensivo Jovine per la toccante esibizione che ci ha regalato intonando l’Inno d’Italia. Dell’Italia che oggi celebriamo e che dobbiamo riaffermare con tutte le nostre forze. In questa giornata – che si lega al XXV Aprile giorno della Liberazione, perché è dalla Liberazione che nasce la Repubblica – intendo rivolgere il mio saluto alle istituzioni e ai rappresentanti presenti sul territorio. Istituzioni che vanno rispettate, nella consapevolezza che i valori di una volta sono ancora rilevanti e attuali. Istituzioni che camminano sulle gambe degli uomini che devono essere disposti ad accantonare i personalismi per raggiungere il bene comune. Ringrazio e saluto inoltre le donne e gli uomini dei Carabinieri, della Polizia, dei Vigili del Fuoco, dell’Esercito e di quanti lavorano senza sosta per garantire la sicurezza, nazionale ed internazionale, bene preziosissimo che nessuno deve mettere in discussione attraverso acrobazie politiche che distorcono la realtà e che seminano un clima di paura che non ci fa crescere, che frena gli entusiasmi, che mortifica le nostre coscienze e i sacrifici di chi tutela l’incolumità pubblica. In questo 2 giugno voglio annunciare l’intitolazione della piazza alle spalle del Monumento ai Caduti ad Alessandro Di Lisio, ucciso nel 2009 in Afghanistan durante una missione di pace il cui ricordo non si è mai spento.
Ne ha fatta di strada la nostra Italia da quel referendum del 1946 che diede, finalmente, anche alle donne, la possibilità di votare gettando le basi di un nuovo Paese che, dopo lunghe guerre, seppe rialzarsi sfoderando coraggio e voglia di fare basati su valori fondanti. Gli stessi in cui tanta gente crede e ha voglia di credere e che rappresentano, ieri come oggi, l’unica ancora di salvezza a cui aggrapparsi per scongiurare derive pericolose. Un fiume inquinato che abbiamo il dovere di arginare attraverso il confronto e il dialogo e ritrovando quell’orgoglio che ha spinto i nostri padri e i nostri nonni a lottare per una Repubblica che e nata dalla democrazia e su principi che, appena due anni dopo, vennero racchiusi nella Costituzione. La legge fondamentale in cui ritrovare la difesa dei nostri diritti, necessari per recuperare e preservare il senso civico e la storia costruita dal quel 2 giugno di 73 anni fa ad oggi. Possiamo difendere i nostri diritti se siamo in grado di conservare anche la libertà di espressione messa in pericolo da un’incomprensibile superficialità da parte di chi, con senso di responsabilità, dovrebbe prendere opportune decisioni. Mi sento di esprimere, nei confronti di giornalisti ed operatori, la mia vicinanza e la mia gratitudine perché nonostante le evidenti difficoltà resistono offrendo sempre un servizio utile alla collettività. Senza la forza delle idee però, senza un’eterogenea capacità di espressione non solo è difficile vivere il presente, ma si mette una pesante ipoteca sul futuro. Futuro che dipende dalle nostre scelte ma soprattutto dalle scelte di chi amministra e colgo l’occasione, nel giorno in cui si festeggia la Repubblica, di esprimere i miei migliori auguri di buon lavoro a quanti sono stati eletti al Parlamento di Bruxelles affinché il legame con i nostri territori e l’Europa sia sempre più stretto. Un’Europa amica e vicina. Europa delle opportunità e della crescita economica e culturale, della globalizzazione e dell’accoglienza. Centro strategico in cui la Repubblica italiana deve immaginare il suo domani.
Concludo con l’auspicio che il nostro impegno, l’impegno di ogni singolo cittadino, sia volto a non dimenticare i sacrifici di chi è venuto prima di noi e a rafforzare quel senso di responsabilità che ci rende unici ma parte integrante di una multiculturalità, tanto in Italia quanto in Europa, fonte e mezzo per arricchire e fortificare la società e per rafforzare i temi dell’uguaglianza e della solidarietà. Punti cardine che ci devono anche aiutare a concretizzare la coesione e la collaborazione, sinonimi di globalità e basi di partenza per sviluppare politiche e impegni condivisi nell’unico percorso di crescita che ci può portare a costruire un Paese competitivo che si realizzerà solo quando chi governa sarà realmente capace di assicurare ai giovani e a tutti i cittadini il diritto al lavoro e alla dignità, diritto che apre la nostra Costituzione. Viva l’Italia unita e buona festa della Repubblica”.