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Festa della Liberazione, il messaggio del presidente del Consiglio regionale

Riceviamo e pubblichiamo il messaggio del presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, in occasione della Festa della Liberazione.

“Il 25 aprile del 1945, giorno dell’insurrezione generale proclamata dal Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Itala nelle grandi città del Nord, rappresenta per il nostro Paese una sorta di spartiacque: la fine di un conflitto terrificante, portatore di morte e distruzione, e l’inizio di un percorso civile e democratico che ha dato vita poi alla Repubblica e quindi alla democrazia. Una ricorrenza importante, dunque, che deve sentire partecipe ogni italiano e quindi ogni molisano, di qualunque credo politico e di qualunque ideologia. La fine di una guerra, la creazione di una pace da cui sono scaturite nuove fondamenta per un edificio civile equo, giusto, garante della libertà e della democrazia, come lo Stato repubblicano, non può che essere un risultato di ogni Italiano moderno.

Oggi più che mai questa festa deve essere intesa come un traguardo di tutto il popolo italiano (e non certo di una parte contro un’altra) che nell’affermare i principi e i valori che sostennero le azioni dei partigiani, provenienti certamente dalla tradizione democratica e liberale (appartenuta ai movimenti cattolici, socialisti, comunisti, riformisti, repubblicani), fa rivivere, nel contempo, gli ideali risorgimentali che volevano un’Italia nuova, libera, moderna, progredita, solidale, politicamente e democraticamente evoluta. Allora facciamo di questa festa un giorno di unione per cercare all’interno della nostra millenaria storia i punti di comunione e di condivisione culturale e intellettuale, oltre che politica ed ideologica, che insieme ci hanno portato al Paese in cui viviamo oggi che, pur scontando tante problematiche, rappresenta la concretizzazione di un sogno, l’Italia libera e moderna, che fu di tanti, molti dei quali molisani, fin dal 1861.

Sia questa l’occasione per ricordare tutti i morti della seconda guerra mondiale, per onorarne la memoria con un sentimento civile di unità nazionale e di promozione dei valori più sacri della resistenza. Ma sia anche l’occasione per ricordare chi si batte’ per quella libertà che Calamandrei diceva essere come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

Redazione

CBlive

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