Nel corso del Consiglio comunale di Termoli del 14 novembre è stato chiamato ad intervenire il consigliere regionale Vittorino Facciolla che già diverse volte nei giorni precedenti si è espresso sul POS presentato dal presidente Toma sia nel corso di diverse trasmissioni televisive sia in Consiglio regionale durante un suo intervento.
“Attualmente abbiamo un solo strumento per tentare la modifica di un POS che non ci piace – spiega il Consigliere regionale – ed è quello di avanzare osservazioni che speriamo vengano recepite. Va da sé che in questa situazione la qualità delle osservazioni è fondamentale perché verranno valutate dal tavolo tecnico. Ecco perché è importante entrare nel merito:
– questo POS non ci piace perché di fatto smantella la rete dell’emergenza-urgenza su due ospedali spoke di Termoli e di Isernia, trasferendo le competenze delle azioni salvavita alle 16 postazioni del 118 che in Molise non solo hanno a disposizione solo la metà dei medici che dovrebbero avere ma inoltre queste postazioni non sono attrezzate in maniera adeguata ovvero con strumentazioni pari a quella che dovrebbe avere un ospedale.
La scelta di smantellare la rete dell’emergenza urgenza cozza anche con quanto previsto nel medesimo POS laddove lo stesso conferma l’ospedale unico regionale, ovvero con un hub a Campobasso e due spoke a Termoli ed Isernia, e non già un solo ospedale ovvero quello di Campobasso; la differenza è sostanziale, ospedale unico non è un solo ospedale ma bensì significa un solo ospedale che eroga i medesimi servizi.
– Non ci convince inoltre il POS nella parte in cui sempre in relazione alla rete dell’emergenza-urgenza si affida alla cura di strutture molto distanti dalla regione: non è possibile pensare che, ad esempio, un ictus emorragico debba essere trattato a Napoli. In questo senso riteniamo centrale e non derogabile la scelta politica di un investimento su una sanità pubblica e di qualità, ma affermiamo anche la complementarità di quella privata se utile alla migliore offerta sanitaria o alle migliori cure per i cittadini molisani.
– Non ci convince il POS nella parte in cui non prevede un investimento vero per la medicina territoriale, non ci convince perché delle 13 Case della Salute nulla sappiamo, sia per quanto riguarda i servizi che dovranno espletare, sia riguardo al personale che dovrà essere assegnato loro. Non è possibile che ancora oggi non ancora si determina quali e quante saranno a bassa, media e alta intensità di cure, così come non ci convince per nulla che le uniche somme a disposizione per la medicina territoriale sono i 50 milioni di euro straordinari che vengono dal Pnrrr con distrazione invece di 90 milioni di euro che avrebbero dovuto gravare proprio sul POS e che dovevano servire a far partire realmente la medicina territoriale e a dare un adeguato respiro organizzativo alla telemedicina e al telesoccorso.
– Da ultimo non ci convince la circostanza che i due ospedali spoke di Isernia e Termoli debbano conservare solo 4 specialistiche: anestesia, medicina, chirurgia e ortopedia. Non solo perché ciò significa depauperare l’offerta sanitaria ma anche perché ciò comporta un incredibile aumento della mobilità passiva ovvero migliaia di molisani che vanno a curarsi fuori regione e che per la regione comportano un costo, se vogliamo, anche maggiore.
Queste le ragioni per le quali abbiamo avanzato formali osservazioni nella speranza che possano essere accolte.
Al presidente commissario alla Sanità Toma e al tavolo tecnico chiediamo di rivalutare le scelte contenute nel POS o accogliendo le nostre osservazioni o, meglio ancora, tornando a riscrivere l’intero documento insieme al parteneriato e agli stakeholder”.