Due studenti Unimol premiati all’Expo 2015
I progetti di due futuri ingegneri Unimol, Francesco Vaccaro e Flavio Francesco Dario, sono stati selezionati il 19 maggio 2015 al concorso per studenti universitari bandito dal Politecnico di Milano, Padiglione Italia e Rai Expo.
I due studenti invitati a giugno nel Padiglione Italia di Milano Expo 2015 per illustrare i loro progetti innovativi, elaborati nel corso di composizione architettonica del prof. Stefano Panunzi (II anno triennio Ingegneria edile – Università del Molise).
La proposta dei progetti è un involucro abitabile che può avvolgere qualunque tipo di condominio intensivo delle periferie, ampliando gli appartamenti in facciata e in copertura, con serre idroponiche – ossia con coltivazioni in acqua e fuori dal suolo – fotovoltaiche, giardini pensili, stanze e mini laboratori con servizi personalizzati di fabbricazione digitale. Tutto per produrre alimenti ed energia, riusare e trasformare gli scarti quotidiani, offrire servizi e lavoro artigianale innovativo e tradizionale, assorbire pioggia e polveri sottili, mitigare le escursioni termiche. Senza demolire, né dover abbandonare gli appartamenti, la costruzione di un esoscheletro autoportante, multifunzionale e abitabile, può attuare una vera e propria bonifica ecosistemica nelle periferie urbane ormai con elevata densità abitativa, sfruttando le potenzialità di leggi e finanziamenti incentivanti per ampliamenti di cubatura, verde pensile, efficienza energetica e riuso dei rifiuti urbani.
Il corso di composizione architettonica Unimol, dal quale vengono Vaccaro e Dario, è strutturato da 10 anni, quando nacque la Facoltà di Ingegneria a Termoli, secondo la logica del team e del laboratorio strettamente legato alla ricerca, all’interdisciplinarità e all’innovazione, per impostare soluzioni praticabili da applicare ai temi più spinosi che i giovani ingegneri dovranno affrontare nel prossimo futuro. I milioni di metri cubi di abitazioni condominiali intensive, costruite nelle periferie dal dopoguerra alla fine del secolo scorso, attendono metodologie sistemiche di rigenerazione capaci di aggiornare senza demolire (Urban Reverse Engineering) strutture, impianti, funzioni, flussi di consumo e produzione. Ma il progettista deve anche saper comunicare, documentarsi e lavorare con tutti gli strumenti offerti dalla Rete (Web Aided Design). Smart City & Community sembra uno slogan ormai vuoto e consumato, ma la cultura italiana e mediterranea sta incubando una vera rivoluzione che rimetterà in comunicazione vecchi e giovanissimi, città e campagna, artigianato antico e digitale, dando l’esempio al mondo intero di come si possa rovesciare un destino energivoro partendo da una frontiera interna ai luoghi più compromessi delle nostre città: le periferie urbane.
Un grande edificio condominiale nasconde sotto il suo tetto risorse umane e valori immobiliari enormi, è lì la chiave del futuro. Luoghi strategici dove aprire i primi cantieri dopo Expo per la bonifica integrata della crosta urbana. La crosta urbana è la condizione degenerata dell’orditura fisica e della trama sociale del tessuto urbano che ha perduto le sue fondamentali caratteristiche di permeabilità, porosità e resilienza. L’impermeabilizzazione che sigilla il territorio urbano interrompe lo scambio vitale interno alle sue stesse risorse ecosistemiche, un cervello in asfissia, senza sinapsi. I giovani e gli anziani, con le loro famiglie, saranno loro a trasformare i condomini in luoghi di produzione di beni relazionali connessi alle filiere locali.
Un nuovo concetto di produzione, diffusa, globale e locale (glocale) e rigenerativa, di alimenti, energia, servizi e relazioni sociali.