Dissesto idrogeologico, Monaco: “La prevenzione è la prima forma di attenuazione del rischio”
“Prevenire è meglio che curare. Ed è quanto si può dire anche riguardo il dissesto idrogeologico, problema che coinvolge ben l’81,9% del territorio italiano e di cui si è occupato, proprio di recente, il governo nazionale con la presentazione della struttura di missione del dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche”: lo afferma il consigliere e vicepresidente del consiglio regionale Filippo Monaco, a spiegazione di una proposta da avallare proprio nella Regione Molise.
“Secondo lo studio effettuato dal Ministero e secondo quanto predisposto dagli interventi di Palazzo Chigi, l’intero Pese è vittima di sempre più frequenti cambiamenti climatici che determinano danni ingenti sia al territorio che alle persone. Prevenire è sicuramente la primaria forma di attenuazione dei danni causati dal dissesto idrogeologico. Come? Il Governo mette in campo azioni economiche e finanziarie per la messa in sicurezza di tutti quei cantieri colpiti da alluvioni, frane e smottamenti. Io dico che si potrebbe iniziare a pensare alla istituzione di un apposito Registro del dissesto idrogeologico regionale, che sia il “regolamento” da cui partire per effettuare forme di prevenzione e controllo all’ambiente”.
“Penso sia necessario avere una mappa geografica e geologica di tutte le aree della nostra regione che sono fortemente a rischio di dissesto. Ad oggi, ad esempio, conosciamo soltanto quelle aree già colpite da eventi calamitosi, o quei territori che saranno appunto monitorati e controllati e finanziati dal governo per la messa in sicurezza. Ma accade sempre più spesso che una pioggia insistente o improvvisa generino danni ingenti a territori che mai sono stati presi in considerazione. E’ per questo che io penso ad un lavoro sinergico tra Regione e Comuni, attraverso l’utilizzo di geologi ed esperti già in funzione presso le strutture pubbliche o tutti quegli enti regionali e territoriali (Arpa, Agenzia di Protezione Civile, Corpo Forestale dello Stato, ecc…), per mettere a punto una mappa dei territori maggiormente a rischio di dissesto idrogeologico e in modo così da prevenire, in caso di accertate precipitazioni che metterebbero a rischio la comunità ed il territorio stesso, gravi danni alla regione”.
“Basterebbe davvero poco per evitare che tante catastrofi che abbiamo visto verificarsi di recente ci prendano alla sprovvista e, soprattutto, cambino definitivamente il corso della vita dei nostri corregionali. Una mappatura del territorio potrebbe essere un efficace aiuto alla prevenzione del rischio”.