Covid, in Molise servono più tamponi: “drive-in e dal medico”. La Fanelli (PD) scrive al Comitato tecnico scientifico regionale
Con il preoccupante evolversi dell’emergenza Covid in Molise, il capogruppo Pd in consiglio regionale, Micaela Fanelli, ha inoltrato una nota al presidente Toma, al Dg Asrem Florenzano e al Comitato tecnico Scientifico regionale per chiedere l’aumento dei tamponi, dei posti in terapia intensiva e del personale.
“Sempre più urgente – scrive la Fanelli – appare la necessità di assumere azioni volte a mappare, arginare ed assistere a domicilio e in ambiente ospedaliero la popolazione molisana.
A tal fine, sulla scorta delle raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale e dei positivi risultati ottenuti dalle procedure già attivate in altre regioni d’Italia, è quanto mai indispensabile, anche in Molise, aumentare il numero dei tamponi quotidianamente processati e, di conseguenza, le postazioni di prelievo e i laboratori autorizzati al processo dei tamponi.
Per questo, vi chiedo di valutare la possibilità di istituire su tutto il territorio regionale i cosiddetti “drive in Covid”, attivando al contempo i medici di base per effettuare i test orofaringei e coordinare l’assistenza sul territorio domiciliare, anche reclutando infermieri di comunità e le cosiddette USCA per eseguire i tamponi a domicilio. Anche alcuni dei vecchi distretti sanitari, quelli più funzionali al territorio, potrebbero essere utilmente usati come punti prelievo.
Come già avvenuto nel Lazio, potrebbe inoltre rivelarsi utile emanare un avviso per l’acquisizione di disponibilità da parte di medici di medicina generale (Assistenza Primaria) e Pediatri di libera scelta, per effettuare test diagnostici rapidi nell’ambito della valutazione degli assistiti, da intendersi quale parte integrata e integrante della visita di medicina generale o nella visita pediatrica.
Parimenti, deve essere presa in seria considerazione la necessità di incrementare il numero dei laboratori, anche privati, deputati a processare, in un arco temporale quotidiano, i tamponi raccolti sul territorio, così come già avviene in molte regioni d’Italia.
Infine occorre salvaguardare l’attività ospedaliera ordinaria, individuando ulteriori posti di rianimazione aggiuntivi, anche attraverso convenzioni con i centri privati che dispongono di tali reparti, valutando la possibilità, se la situazione sanitaria dovesse aggravarsi, di richiamare in servizio, su base volontaria, anestesisti e rianimatori in pensione e specializzandi dal terzo anno.
Mi appello, in particolar modo, al Comitato Tecnico Scientifico Regionale per l’emergenza Covid, per avere informazioni sulle indicazioni qualificate che stanno fornendo a supporto delle scelte dell’Asrem, sia di quelle messe in campo, sia di quelle mancate. Ferma restando la responsabilità dell’Azienda sanitaria e dei Commissari sulla gestione dell’emergenza, in questa particolare e delicata situazione, che vede l’aumento esponenziale dei casi di positività e una risposta non altrettanto pronta del sistema sanitario regionale.
Pertanto, alla luce dei ritardi dell’Asrem e della mancanza di coordinazione operativa della Presidenza della Giunta, si chiede di avere informazioni relativamente alla predisposizione, da parte del Comitato, di pareri e suggerimenti ufficiali forniti all’Azienda Sanitaria e alla Regione, sulle modalità di gestione della ripresa dell’infezione da Covid 19, l’aumento dei casi di contagio, lo scarso numero di tamponi quotidianamente effettuato, la salvaguardia delle attività ospedaliera ordinaria”.