Colagiovanni su tema accoglienza: “No ad accesso incontrollato, sì a restrizioni per la tutela dei cittadini”
“Un diritto di tutti poter essere ospitati in un altro Paese, ma se realmente la Nazione da cui si scappa sia caratterizzata da dittature, persecuzioni, guerre e genocidi. Bene l’ospitalità, ma con regole ben precise e, soprattutto, in maniera ordinata. I flussi di entrata dovrebbero essere meglio controllati”. A parlare del fenomeno dell’immigrazione è l’assessore comunale di Campobasso, Salvatore Colagiovanni.
“Oggi assistiamo – prosegue – a flussi di entrate spropositati, che si ripercuotono sulla vita sociale delle nostre comunità”.
“I progetti di accoglienza degli immigrati – sottolinea ancora Colagiovanni – andrebbero rivisti, a mio avviso, perché, se prendiamo in esame la città di Campobasso notiamo in giro troppi stranieri, che provano a guadagnare qualcosa, attraverso la vendita di piccoli prodotti o semplicemente facendo l’elemosina. Gli altri Paesi dell’Unione Europea, come Francia e Germania, non danno tutte queste aperture. Io non sono per non ospitare, ma soltanto per chi ha un reale problema da cui fuggire e, una volta giunti nel nostro territorio, dovrebbero trovare regole più rigide”.
“Ci sono strutture di accoglienza che lavorano bene e annoverano figure qualificate – continua l’assessore comunale – ma non possiamo non notare come ci siano altre strutture che lasciano a desiderare. Non meno importante gli ultimi episodi di cronaca, che hanno coinvolto la città di Campobasso e sui quali occorrerebbe riflettere”.
“Aggiungiamo a ciò che l’Italia e, soprattutto, il Molise – rimarca Colagiovanni – stanno attraversando un periodo di crisi del settore economico e sociale. Quindi, non vedo come possiamo garantire il futuro a migliaia di immigrati, che sperano di trovare in Italia il paradiso, trovando soltanto luoghi di parcheggio. Il sistema, così come è strutturato oggi, serve soltanto per arricchire qualche imprenditore, che mette a disposizione le proprie strutture ricettive. Da genitore io sono preoccupato e sfido chiunque ad ammettere la stessa preoccupazione. Nell’area del cratere si rischia di avere più immigrati che residenti della zona. Chiediamo ai residenti se sono preoccupati. Io credo di sì. Chiediamo a un qualsiasi genitore se oggi è libero da pensieri, quando aspetta la propria figlia a casa la sera”.
“Io non sono per il ‘no’ a prescindere – evidenzia Colagiovanni – e lo voglio precisare, altrimenti si rischia una strumentalizzazione, ma l’ospitalità va studiata e strutturata pensando al bene degli immigrati, quale momento di crescita e integrazione vera. Non deve trasformarsi in un parcheggio, in luoghi che diventano centri di assunzioni gestiti da qualcuno. In Molise occorre mettere un freno, perché siamo poco più di 300mila abitanti. Questo dato non può essere considerando cospicuo o meno a seconda della convenienza. Occorre un giusto rapporto, anche in considerazione del fatto che la maggior parte dei comuni molisani conta poche migliaia di residenti. Ogni amministratore dovrebbe prendere coscienza che, nella carica di cui siamo investiti, dobbiamo tutelare i nostri cittadini. Resto esterrefatto quando sento dire da qualche collega, per puro spot elettorale, che noi siamo tenuti a dare una vita dignitosa a chi arriva da fuori. Non è un concetto sbagliato, ma noi dobbiamo garantire una vita dignitosa prima ai nostri cittadini”.
“L’accoglienza deve essere vincolata, trasparente e secondo regole ben precise. Va verificata, ad esempio, la condizione di rifugiato politico e non assegnare, a prescindere, tale status – conclude Colagiovanni – Dobbiamo tener conto di precisi parametri e non permettere un accesso incontrollato, col rischio che gli ospitati, in alcuni centri molisani, diventino più degli ospitanti”.