Bonomolo sulla Biblioteca ‘Albino’: “Campobasso non muoia, salviamo la vita che viene dalla cultura”

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Francesco Bonomolo

Il segretario provinciale del partito socialista di Campobasso, Francesco Bonomolo, esprime profonda preoccupazione per la probabile chiusura della Biblioteca Provinciale “Albino” di Campobasso. E chiede all’assessore regionale al lavoro Michele Petraroia, al consigliere delegato alla Cultura Nico Ioffredi e al presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis di concludere il confronto previsto nella sede dell’assessorato al Lavoro di via Toscana, non soltanto con una promessa di proroga temporanea delle attività bibliotecarie, ma con una promessa  di “continuare a far sviluppare la città di Campobasso e la Regione intera dal punto di vista culturale”.

Prolungare la sopravvivenza della Biblioteca Albino solo di altri sei mesi – prospetta Bonomolo in una nota stampa – non è una soluzione per la cultura molisana. Chiediamo invece che la chiusura possa  essere scongiurata in maniera  definitiva. Non si può buttare al macero  e rendere indisponibile al pubblico un  patrimonio culturale raccolto dal 1861 e che comprende  circa 130.000 volumi ed opuscoli; incunaboli, cinquecentine e un cospicuo fondo antico; 2.400 periodici, spenti e correnti; pergamene, manoscritti, fotografie, carte geografiche e mappe, bandi e manifestidisegni e stampe. Senza l’apertura al pubblico della Biblioteca rimarrebbe patrimonio inutilizzato. Con la chiusura inoltre molti studenti di ogni ordine e grado, ma soprattutto universitari meno abbienti, non avrebbero più la possibilità di fare ricerche e arricchire il proprio bagaglio culturale”.

Il partito socialista è anche e soprattutto il partito dei lavoratori. E per questo si unisce alla preoccupazione espressa dai sindacati di categoria per il futuro dei 14 dipendenti della Biblioteca che, dal momento della possibile chiusura, potrebbero rimanere senza alcuna forma di reddito e di lavoro.

Difenderemo la cultura e il lavoro di Campobasso con ogni mezzo– ha sottolineato Bonomolo – affinché il capoluogo di regione non muoia. Affinché  la rivoluzione culturale che ci chiede l’Europa possa avvenire senza dimenticare chi siamo e chi eravamo. Dimenticare la nostra storia, significa ignorare e rischiare di compiere gli errori del passato. Solo i libri ce la possono  ricordare. Che rimangano quindi a disposizione di tutti per evitare l’oligarchia culturale che rimetterà la città e la politica nelle mani di pochi eletti”.

 

 

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