Boccardo (Uil): “Bene il contratto di sviluppo, ma anche la Regione si svegli”
“È stato di parola il Primo Ministro, Giuseppe Conte, venendo da noi ed incontrando nei giorni scorsi i sindaci dei comuni molisani, il presidente della Regione e i rappresentanti delle associazioni di categoria del comparto economico per illustrare il “Contratto istituzionale di sviluppo del territorio”, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per sostenere la crescita del Molise in questo periodo di ulteriore recessione e crisi economica e sociale.” La segretaria generale della Uil molisana non nasconde la soddisfazione per quanto, finalmente, sembra muoversi. D’altra parte era stata proprio lei, incontrando il premier attorno alle feste di Natale, a rappresentare la situazione di difficoltà e un’attenzione particolare al Molise, concretizzandosi nel contratto di sviluppo per far ripartire l’economia e l’occupazione nella nostra Regione. “Erano già ai nastri di partenza il Foggiano, la Basilicata e la Sardegna. Conte, personalmente, ha voluto aggiungere il Molise, consapevole dei problemi ma anche delle opportunità”.
“Con l’intervento previsto, il Governo nazionale non vuole sostituirsi all’azione degli attori locali, che rimangono fondamentali, ma tentare di fare la propria parte e dare un contributo per “fare sistema”: favorire il dialogo, sollecitare l’elaborazione di proposte e la presentazione di progetti sostenibili, connettere la parte pubblica e quella privata, gli Enti locali e tutti gli attori delle politiche economiche. Non un intervento dall’alto, ma il favorire una proficua connessione fra l’offerta e la domanda, un serio confronto tra soggetti locali pronti a esprimere al meglio la loro capacità propositiva e le conoscenze che hanno del territorio in cui vivono.”
“Proprio per questa filosofia di fondo che caratterizza il Contratto di sviluppo, il Presidente della Regione, Donato Toma, che nell’incontro in Prefettura ha sottolineato le principali carenze del nostro territorio e le sue potenzialità, sarà anche consapevole che qualcosa il governo regionale, gli amministratori, la politica locale deve pure mettersi a fare per essere coerente con questa nuova stagione e per dar forza e sostegno all’azione intrapresa da Conte.”
Ecco, secondo la Uil, cosa deve fare subito la Regione per accompagnare l’iniziativa.
“Sono stati definiti quattro ambiti territoriali in Molise. Per evitare la duplicazione e la sovrapposizione di interventi ed orientare le proposte da parte dei privati sarebbe utile che la Regione definisse una sorta di specializzazione per ognuno dei quattro ambiti. Per esempio: attorno a Termoli il manifatturiero, nella zona più interna il turismo della montagna, in un’altra zona l’agricoltura e la trasformazione alimentare di qualità, in un altro ambito ancora il turismo religioso o culturale. Ed ancora: qua l’edilizia per la riqualificazione dei centri urbani, e là la produzione dell’energia eolica, in questo contesto una “strada del vino”, e in quest’altro l’insediamento preferenziale dell’alta specializzazione degli istituti di ricerca, in un altro luogo la grande distribuzione organizzata (magari davvero grande grande; a quando un grande outlet che richiama curiosi e compratori anche da fuori regione?). Tanto per fare qualche esempio.” Boccardo mette le mani avanti: “Aspettare solo che si muovano i privati, lasciare che arrivino proposte, magari le più varie e fantasiose, senza quell’idea forte di sviluppo e di pianificazione degli interventi, anche solo in modo vocazionale di questa o quell’area, temo sia un freno anche alla comprensione del progetto di rilancio della nostra economia”.
“La Regione poi deve dichiarare da subito un percorso a “burocrazia zero”, impegnando su questo la Camera di Commercio e i Comuni, ogni autorità pubblica di bacino, ogni ente o amministrazione pubblica che rilascia permessi o concessioni. Occorre un unico sportello che rilascia tutte le concessioni e autorizzazioni di tipo pubblico, garantendo il rilascio delle autorizzazioni entro 30 giorni dalla proposta di insediamento o rafforzamento di una qualsiasi attività economica .” Questa la seconda proposta forte della UIL: “Ben altro del freno posto da talune amministrazioni comunali all’allargamento di siti produttivi, una bella differenza rispetto alle lentezze e farraginosità di alcune procedure amministrative, un deciso cambio di passo di cui tutti avvertiamo l’urgenza. Ne uscirebbe, anche dal punto di vista mediatico e della comunicazione, una immagine positiva del nostro Molise pronto a rialzarsi. Ma non è proprio (anche) di questo che abbiamo bisogno?”
“Il lavoro va là dove la tassazione è meno pesante. Allora deve essere studiata bene la possibilità di una fiscalità agevolata. Ad esempio: i Comuni e la Regione potrebbero dichiarare, da subito, di non riscuotere tasse, per un certo numero di anni, sulle imprese che si insediano o rafforzano le strutture produttive, ma nemmeno sui cittadini che trasferiscono la residenza (non male come proposta per combattere lo spopolamento dei nostri piccoli comuni…). Occorrerebbe, contemporaneamente, approfondire con l’Amministrazione centrale la possibilità di estendere a tutta la regione un fisco agevolato anche di livello nazionale. Sarebbe questo il più forte segnale che accompagna gli sgravi, che già ci sono, dal punto di vista della contribuzione previdenziale quando l’azienda assume.”
“In buona sostanza: Conte ha promesso ed è venuto, i suoi tecnici hanno spiegato e impostato, le forze dell’imprenditorialità hanno ascoltato e, magari, a qualcosa stanno pensando. Anche il Sindacato ha qualche idea e vuole manifestarla (e certo non sta zitto nemmeno se qualcuno lo vuole tagliar fuori dalle riunioni).” Appello finale: “Ma la Regione non stia man in mano, le soluzioni non cadono dal cielo e “i capitani coraggiosi” dell’economia locale o comunque interessati al nostro territorio devono ricevere qualche informazione in più, devono trovare impegni seri, devono incontrare qualche idea di sviluppo della quale, con la quale, dialogare”.