Baskin, da due anni anche a Campobasso si pratica questa disciplina inclusiva
Si chiama baskin , è lo sport inclusivo per eccellenza perché mette sullo stesso campo da gioco ragazzi disabili e normodotati. Nella città di Campobasso questo sport è stato portato due anni fa dall’associazione sportiva Ferentinum Club che oggi vanta oltre 40 iscritti tutti ragazzi tra i 14 e i 25 anni , senza distinzione di sesso.
“Nella nostra città e nella nostra Regione mancava uno sport inclusivo – afferma soddisfatto il presidente dell’associazione nonché unico allenatore di baskin nel molise Prof. Umberto Anzini – Il nostro obiettivo è costituire un team che possa partecipare alle competizioni e quindi svolgere attività costante e regolare durante tutto l’anno, così come una comune formazione di basket, e dimostrare che lo sport non conosce barriere”.
Il progetto dell’ASD Ferentinum Club nasce nel 2019 in seno al Centro Sportivo Scolastico “Pertini-Montini-Cuoco” di Campobasso grazie ad un accordo con la Cooperativa Sociale Ricerca e Progetto “Laboratorio attività motorie e sportive CreAttiva”, con l’intento di promuovere sul territorio una cultura dello sport orientata all’inclusione.
L’obiettivo dell’associazione è quello di rendere lo sport un momento di vera aggregazione e socializzazione, abbattendo barriere fisiche e mentali e creando un terreno di gioco accessibile a tutti: persone con e senza disabilità, ragazzi e ragazze, adulti e bambini.
Il Ferentinum Club, tra le associazioni più longeve nel panorama sportivo molisano , da anni svolge un’intensa attività di integrazione e inclusione dei disabili, affiliata alla FISDIR e distintasi in seno alla Federazione per i numerosi progetti portati avanti soprattutto con il CIP SCUOLA grazie all’Avviso Pubblico “Lo sport paralimpico va a scuola”. Unica società molisana affiliata all’EISI ,ha portato a Campobasso il “baskin”, lo sport inclusivo per eccellenza, che trae ispirazione dal basket ma con un regolamento tutto suo. Nato, in origine, dall’intuizione di un insegnante di educazione fisica del cremonese, che studiò una disciplina nuova che consentisse l’inclusione di persone con disabilità e senza disabilità in comuni attività di gioco, il baskin è stato recentemente riconosciuto dal Cip come attività sportiva a tutti gli effetti.
Dieci regole governano il gioco, conferendogli caratteristiche incredibilmente ricche di dinamicità e imprevedibilità. Ogni giocatore contribuisce, con il suo ruolo, al successo della propria squadra, grazie alle proprie abilità e capacità.
Quest’adattamento, che personalizza la responsabilità di ogni giocatore durante la partita, permette di superare positivamente la tendenza spontanea ad un atteggiamento «assistenziale», a volte presente nelle proposte di attività fisiche per persone con disabilità.
La condivisione degli obiettivi sportivi diventa il mezzo per considerare la diversità come un arricchimento, un veicolo di abilità differenti e uno stimolo maggiore a cercare la collaborazione e il gioco di squadra. “Attualmente abbiamo un gruppo formato da circa 40 elementi, è un gruppo misto. Sul campo i ragazzi si divertono e imparano le regole, non solo. Giocare insieme è un’occasione per condividere e conoscersi. Questi ragazzi sono molto legati tra di loro, hanno imparato a frequentarsi anche fuori dal campo, hanno stretto amicizie, legami che mi inorgogliscono. Alcuni mesi fa mi hanno chiesto di intensificare gli allenamenti e potersi incontrare più volte la settimana. Questo credo sia la risposta più adatta a chi chiede se i ragazzi gradiscono l’attività'”.
Il baskin è aperto a tutti, dagli 11 anni in su: ragazzi, adulti, maschi, femmine, persone normodotate e persone con disabilità motoria e cognitiva.
L’ASD Ferentinum Club organizza non solo corsi di baskin ma anche di ginnastica inclusiva, per bambini e ragazzi con e senza disabilità che si svolgono presso la palestra dell’IIS Pertini di Campobasso . I ragazzi che frequentano il baskin sono seguiti direttamente dall’allenatore Prof.Umberto Anzini che cura tutto il settore Minibasket del Campobasket coadiuvato dal prof. Marco Rossi e Roberta De Gregorio. “Per correttezza e precisone – continua il prof. Umberto Anzini , che è anche il delegato regionale FIPIC ( basket in carrozzina- Il baskin non è né basket ne’ da confondere con il basket in carrozzina che resta l’unica attività sportiva per disabili in seno al CIP- anche se un po’ ci assomiglia, ma non è neanche un ripiego o una pallacanestro “facilitata”. E’ a tutti gli effetti un’attività sportiva originale ed ha la particolarità di mettere disabili e normodotati insieme nella stessa squadra a giocare. Ma l’aspetto importante, e che fa la differenza, è che per i normodotati non si tratta di “fare una buona azione”, di impegnarsi socialmente, perché il senso di questa attività è che tutti devono divertirsi e sforzarsi allo stesso modo, come avviene in qualsiasi sport.
Il baskin è nato a Cremona nel 2006 ufficialmente, sebbene la sperimentazione sia iniziata già tra il 2002 e il 2003 grazie ad un’idea di Antonio Bodini, che a basket ha giocato per molti anni ed è padre di cinque figli tra cui una gravemente disabile, e Fausto Capellini, un insegnante di educazione motoria. Da allora ad oggi sono 8mila i ragazzi che la praticano in 14 società sportive solo a Cremona, oltre 80 in tutta Italia, composte prevalentemente da persone sopra i 18 anni ma anche da ragazzi più piccoli. “La nostra attività è iniziata dapprima come applicazione della legge per l’integrazione scolastica dei disabili, ma poi ci siamo accorti di quanto si trattasse di un buon prodotto anche per il periodo extra e post scolastico”, spiega Bodini. L’obiettivo che da subito i due ideatori si sono posti è stato quello di pensare un’attività sportiva che divertisse allo stesso modo tutti: “Dal nostro punto di vista i normodotati non devono praticarla per spirito di abnegazione o per essere di aiuto ai disabili, perché questo comporta che ad un certo punto per forza di cose si abbandoni l’attività, perché non ci si diverte..”, racconta Bodini, che ha osservato molto ciò che avveniva all’interno della sua famiglia: “Guardavo giocare i miei figli normodotati con la figlia disabile e imparavo, studiavo”. Insieme a Capellini ha iniziato a costruire nuove regole che potessero dare la possibilità a ogni giocatore di esprimersi, divertendosi e facendo lo sforzo che un’attività sportiva richiede. Hanno costruito, rivisto, modificato le regole e alla fine il baskin ha assunto una sua completezza e armonia, che ha riscosso molto successo. E’ per questo che il Prof. Umberto Anzini, docente di scienze motorie e sportive presso l’IIS “Pertini – Montini-Cuoco” di Campobasso l’ha dapprima sperimentata durante le proprie ore nelle proprie classi e successivamente inserita nelle attività pomeridiane.
Il Comitato Italiano Paralimpico ha da poco riconosciuto come sport il baskin in seno all’EISI (Ente Italiano Sport Inclusivi) quale Ente di promozione sportiva riconosciuto dallo stesso CIP.