Aiac Molise, Lubrano confermato a capo dell’associazione allenatori: la sua lettera ai colleghi
Luciano Lubrano è stato riconfermato alla presidenza del gruppo regionale A.I.A.C. Molise (Associazione Italiana Allenatori di Calcio) per il quadriennio 2016 – 2020.
I delegati regionali e i presidenti delle sezioni di Campobasso, Isernia e Basso Molise Termoli si sono riuniti per eleggere colui che dovrà guidare gli allenatori molisani nel prossimo quadriennio.
Per inaugurare il nuovo quadriennio alla guida dell’Aiac Molise, Lubrano ha scritto una lettera a tutti gli allenatori molisani.
“Anche per il prossimo quadriennio, mi trovo a rappresentare l’Associazione Italiana Allenatori Calcio nella nostra Regione. Non volevo continuare con questo incarico, dove non puoi nascondere le tue responsabilità, dove le decisioni, oltre che pagarle, se sbagliate, le sconti di fatto in una realtà come il Molise, dove sono ben accetti i “Mister sponsorizzati” e poco quelli che pretendono un regolare tesseramento, figuratevi poi chi combatte le irregolarità e difende la dignità degli Allenatori.
Non volevo continuare perché pensavo era giunto il momento di andare via, non per un atto di debolezza, perché era questo il modo più dignitoso per uscire. E non certo perché qualcuno muove critiche perché chi lo fa, in fondo, vuole come te che il calcio migliori, pur stravolgendo, in qualche occasione, il seno della realtà delle cose, coinvolgendoti ingiustamente in situazioni che da Presidente ho sempre combattuto.
Volevo lasciare anche perché, come in tutte le cose, le motivazioni sono il motore della vita e perché molte volte le motivazioni te le danno gli altri. Non ho ascoltato nemmeno il mio fisico che mi consiglia di cambiare vita, perché il Calcio è la mia vita. Avevo lasciato a tutti, nell’Assemblea elettiva di lunedì, la possibilità di avvicendarmi in questo ruolo, consapevole che avrei lasciato il mio posto ma non l’Associazione. Così non è stato perché questo ulteriore atto di disponibilità non è stato raccolto da nessuno.
Sono rimasto un po’ deluso da questa apparente indifferenza, forze nuove e motivate avrebbero potuto portare una ventata di aria fresca e di vitalità, purtroppo così non è stato. Vedo, nella mia Regione, un senso di abbandono e di sconfitta, un modo inesorabile di abbassare la guardia davanti alla strapotere delle Società, abilmente protette da una politica permissiva del Comitato, anche quando queste, non rispettando le regole, di fatto perpetrano danni irreparabili alla dignità dei singoli e al gioco più bello del mondo, insomma, ci si arrende, e questo non è da Allenatori.
Allora io non ci sto, non mi sento un “omertoso” ed il mio sguardo non lo abbasso, non lascio alla deriva un lavoro di dieci anni. Ma l’A.I.A.C. non è mia o dei colleghi che mi aiutano ad andare avanti, l’Associazione è di tutti gli Allenatori che credono e si identificano in essa, l’A.I.A.C. è un momento di confronto, di idee, di aiuto, di cambiamento, dove tutti possono trovare il proprio spazio e la propria identità di Allenatori e di uomini, si, perché gli Allenatori sono “uomini speciali”.
In questi anni ho sempre dato il massimo del mio impegno, spesso sbagliando, altre volte ottenendo “amare vittorie”, ma senza mai vendere la mia dignità, altre volte constatare quanto il ruolo di Mister lo si mortifica, quanto la diversità degli uomini speciali non sempre si associa con la deontologia di un Allenatore, ma anche e con piacere vedere le capacità, l’impegno e l’amore per il Calcio di tanti umili Allenatori Molisani.
Vorrei, si, vorrei poter rappresentare ognuno di questi uomini della mia terra, avere il giusto sostegno, per trovare ancora le energie, per dare dignità e rispetto al nostro ruolo. Purtroppo non è così, e non accampiamo le solite scuse o quelle di circostanza sull’A.I.A.C. e su chi la conduce a qualsiasi livello perché la nostra casa è di cristallo, dove niente si nasconde e dove mai come in questi anni di Presidenza Ulivieri ha raggiunto i massimi consensi. Nel Calcio, l’A.I.A.C. è la nostra unica. Grande famiglia e la si cambia vivendola da dentro.
Io penso sia giusto fare una riflessione sul nostro domani, ciascuno di noi con il proprio orgoglio, con la propria coscienza, con la propria convinzione di “uomini soli” e non di “cani sciolti”, consapevoli che gli uomini soli, confrontandosi e condividendo l’amore per il Calcio, possono fare tutti un salto di qualità , dimostrando agli scettici che noi Tecnici Molisani non siamo gli ultimi della classe.
Io vado avanti e con me tutti i colleghi delle Sezioni di Campobasso, di Isernia e del “Basso Molise” di Termoli, con tutto il nuovo Consiglio Direttivo, non mi volterò indietro, forse arriveremo in pochi, ma fino a che mi seguirà uno solo di voi, io non mi fermerò. ‘L’uomo che combatte non perde mai’, questa frase di Vincenzo Cosco è il regalo più bello che potesse lasciarci. Grazie, in bocca al lupo a tutti e Buone Feste Natalizie a voi, alle vostre famiglie, ai vostri giocatori”.