Pallacanestro serie A1, punto della situazione in casa La Molisana Magnolia Campobasso con i fisioterapisti Ciampitti e Fasano
Col loro lavoro sono, a tutti gli effetti, gli angeli custodi del gruppo rossoblù. In particolare, in quest’avvio di stagione, i fisioterapisti ed osteopati Alessandro Ciampitti e Claudio Fasano (terminali operativi dello staff medico rossoblù coordinato dai due responsabili Pasquale Sabelli e Deborah Simonetti) hanno svolto un’opera semplicemente encomiabile in casa La Molisana Magnolia Campobasso.
TERTIUM DATUR Alla terza stagione consecutiva coi colori rossoblù (con esperienze, sempre sul fronte della palla a spicchi, anche con le rappresentative regionali giovanili), Alessandro Ciampitti, la cui carriera, sul fronte sportivo era iniziata dal futsal con la Chaminade, ha dalla sua, oltre alle conoscenze professionali, un background da cestista.
«Questo è un aspetto che mi ha aiutato tanto – spiega – perché ho l’occhio ‘allenato’ per comprendere, in base al gesto tecnico ed al tipo di movimento effettuato dal giocatore, oltre che alle modalità di recupero, se ci sono delle difficoltà o degli aspetti su cui dover lavorare».
Un rapporto – quello con le giocatrici – che, a differenza dell’universo maschile, per Ciampitti è «più incentrato sui dettagli e su tutta la fase di prevenzione. E, in Magnolia, il lavoro su questo fronte è sempre stato importante. Se pensiamo che sinora abbiamo patito unicamente due gravi infortuni, questo è un dettaglio non da poco».
Circa, invece, le diverse noie muscolari che stanno contraddistinguendo quest’avvio di stagione, alla base, per il fisioterapista rossoblù, c’è un aspetto non secondario: quello del lockdown figlio della prima ondata della pandemia da Covid-19.
«Senz’altro ed è un aspetto che emerge anche dal confronto con altri colleghi, impegnati non solo nel basket e non solo nello sport al femminile. Il riavvio delle attivitià, dopo tanto tempo, ha portato con sé tanti piccoli fastidi anche per atleti che mai avevano evidenziato problematiche in carriera».
Poi – quanto al rapporto coi #fioridacciaio – Ciampitti rivela un particolare che ha accomunato le sue diverse stagioni in rossoblù. «Le ragazze hanno grande curiosità – chiosa – e voglia di apprendere anche i più piccoli segreti che possano essere utili per migliorare il proprio percorso complessivo di atlete, prima ancora che giocatrici di basket».
A TUTTO TONDO Più multiforme rispetto al suo collega il percorso di Claudio Fasano. Oltre al basket (già vissuto all’epoca della Mens Sana Campobasso) ed alla pallamano (all’epoca della A nel capoluogo di regione), c’è stata anche una significativa esperienza nel tennis femminile all’epoca del torneo internazionale da 25mila dollari ospitato nel circolo cittadino di Villa De Capoa.
«Tra maschile e femminile c’è un aspetto peculiare di genere che contraddistingue la cosiddetta ‘altra metà del cielo’. Le ragazze ti ‘scrutano’ sin dall’avvio prima di darti la loro massima fiducia. Personalmente, con questo gruppo mi trovo benissimo, ma anche per quello che è il mio modo di intendere la mia professione e, più in generale, il mondo dello sport».
Al pari di Ciampitti, anche per Fasano la lunga pausa da lockdown non ha agevolato le squadre: «Il Covid-19 ha finito con il portare a problemi di gestione, complice anche l’inattività prolungata con le giocatrici che si sono ritrovate a dover fare i conti con problematiche di più specie».
Nello specifico, per il fisioterapista (ed osteopata) delle rossoblù «le caviglie sono l’arto più ‘attenzionato’, rispetto al tennis dove ad esempio gli arti superiori sono più sollecitati. Determinante è anche evitare i traumi, tant’è che su queste ragazze si lavora sodo anche dal punto di vista delle simmetrie e della asimmetrie fisiche».
«Le ragazze – prosegue – cercano sempre di informarsi sulle tue esperienze complessive prima di affidarsi completamene a te, ma è normale perché la nostra è una figura che ha nel rapporto fiduciario una delle sue chiavi di volta».
Entrando sui particolari del gruppo dei #fioridacciaio, Fasano spiega come «c’è Ostarello che necessita di uno sblocco di caviglia particolare, ma più in generale tutte prestano grande attenzione a quello che si fa con ognuno di loro com’è giusto che sia».