Acqua priorità assoluta dell’agenda politica, Fanelli lancia l’appello alla festa dem
Chiediamo e chiederemo conto in Consiglio. Chiederemo al Presidente Toma cosa sta facendo per risolvere questi problemi. Se ne è accorto che tutti gli invasi artificiali del Molise sono quasi vuoti? È in contatto costante con il Consorzio della Capitanata? Sta vigilando sulla captazione da Occhito alla Puglia a tutela dei nostri interessi e delle regole? E ancora, sta verificando se si possono predisporre progetti da finanziare con il recovery fund per dragare, mettere in sicurezza le dighe e manutenere tutte le reti? Nel riparto nazionale che fra i Ministeri è stato ipotizzato sui fondi europei, circa due miliardi, infatti, saranno destinati al miglioramento delle infrastrutture per le risorse idriche. E se ora chiediamo lumi al Presidente, rischiamo essere accusati di populismo, come ha fatto di recente in risposta al nostro appello a svegliarsi? Nel frattempo, l’unico progetto che risulta presentato a Roma riguarda la diga di Arcichiaro, che serve principalmente l’Abruzzo, cui si dovrebbe aggiungere un miglioramento delle condotte del Matese verso la piana di Bojano. Ma anche questo dato andrebbe verificato ufficialmente. E soprattutto implementato con nuovi studi e progettazioni per interventi di miglioramento della nostra capacità e sicurezza idrica. Interi paesi sono con i rubinetti a secco, mentre nessuno da via Genova spende pubblicamente una parola per far comprendere di aver ben chiara la gravità della crisi idrica che stiamo vivendo e, soprattutto, di stare lavorando alle attese opere di miglioramento per la conservazione e la distribuzione dell’acqua. Per fortuna, pare che l’Assessorato competente è informato e stia cercando soluzioni. Siamo fiduciosi che sia così. E invitiamo tuttavia il Presidente ad occuparsene, perché la situazione è così grave da richiedere un impegno e un intervento ai massimi livelli.
Grazie alla enorme mole di fondi in arrivo con il recovery fund, ora o mai più, il Molise può, dopo decenni, migliorare la condizione degli invasi di Occhito e del Liscione. A patto, però, che si presentino le necessarie progettazioni e che si riesca a farle inserire nella lista delle opere da finanziare, sulla scorta di un rapporto costante e pressante con il Governo ed i Ministeri interessati. Senza attendere la manna dal cielo, senza perdere ulteriore tempo, senza accusare le opposizioni nel tentativo di nascondere le proprie incapacità tecniche, ma soprattutto politiche.