Giornata mondiale per le vocazioni, la famiglia di Carlotta Nobile a Termoli per una testimonianza di fede, bellezza e grande dignità
Ha utilizzato il suo talento per donarsi agli altri ed è stata sempre sorridente, forte e coraggiosa. La malattia non l’ha sconfitta ma il cancro ha rappresentato solo un’occasione per scoprire veramente se stessa e abbracciare con convinzione la croce e l’amore di Dio fino alla fine senza paura e con una grande dignità.
Sono solo alcune delle riflessioni che possono descrivere la vita di Carlotta Nobile e il suo messaggio rivolto a tanti giovani e a persone di ogni età per raccontare e condividere l’esistenza e il senso della fede cristiana di una giovane di Benevento morta per un cancro a soli ventiquattro anni (1988-2013).
La sua storia, il suo impegno, la sua fede “guadagnata” nei momenti più difficili della malattia sono stati al centro dell’evento organizzato dal Centro diocesano vocazioni “La Sorgente” della Diocesi di Termoli-Larino proprio in occasione della Giornata mondiale per le vocazioni di domenica 12 maggio 2019.
In tanti hanno affollato la chiesa del Crocifisso di Termoli per partecipare all’incontro-testimonianza con i genitori e il fratello di Carlotta e condividere una riflessione che ha toccato il cuore dei presenti.
Lei è stata scelta come “testimone” dal recente Sinodo dei vescovi sui Giovani, la fede e il discernimento vocazionale insieme a tanti altri santi e beati. Perché, non a caso, Carlotta ha rappresentato, nel suo vissuto, la santa “della porta accanto”, quei santi della quotidianità di cui parla Papa Francesco.
Una vita bella, appassionata, tesa alla ricerca del vero e del bello in tutte le sue forme: storica dell’arte, violinista di successo, direttrice artistica dell’Orchestra da Camera dell’Accademia di Santa Sofia di Benevento, blogger, scrittrice, educata a una fede tradizionale, ma vissuta tra i giovani “lontani” dalla chiesa; non era parte di un gruppo ecclesiale, di un movimento o di un’associazione cattolica, eppure ha vissuto“come se vedesse l’invisibile” cercando sempre di andare “oltre”, fino a quando, durante la malattia scopre la fede, la serenità e la gioia di sentirsi figlia amata dal Padre.
Nelle significative parole della mamma e del papà e in quelle del fratello Matteo è emersa una fede autentica che accompagna ogni situazione; quei diari, il blog e quegli scritti pieni di amore verso gli altri; anche quando, nonostante la malattia, la giovane ha continuato a esibirsi conservando sempre il suo sorriso in tante esperienze come i volontari dei Donatori di Musica che suonano per i pazienti del reparto oncologico dell’Ospedale di Carrara e di altri ospedale italiani. In una frase: “La fede è tutto”.
Tanti momenti di quotidianità scanditi dai genitori e dal fratello con la certezza “che oggi ci sentiamo pieni della sua presenza” ed esperienze di vita che hanno portato Carlotta a comprendere e a trasmettere “il valore salvifico della sofferenza e la gioia di poter portare la Croce” rivedendosi nelle parole di Papa Francesco in quella domenica delle Palme in cui invita i giovani “ad abbracciare la croce e a seguire Gesù”. Così tanto da far toccare l’esistenza di Dio quando, sul suo diario, Carlotta scrive: “Io sono guarita nell’anima e mi ritengo la persona più fortunata al mondo e poi… ci sarà un e poi… ne sono certa”.
Lei che scrive sul suo blog (www.ilcancroepoi.com): “Perché vuoi dimostrare prima di tutto a te stessa che si può avere un melanoma metastatico che non si arrende, eppure vivere, con tutto ciò che questa parola vuol dire. Vivere tutte le gioie, i progetti, i dolori, le lacrime che la vita di 23enne ti regala ogni giorno. Perché c’è un E POI per cui non smetterai mai di combattere, perché nessuno può toglierti l’assoluta certezza che – nonostante tutti i tagli, le cicatrici, gli aghi nelle vene, i controlli, i liquidi di contrasto, gli interventi e i dolori – c’è una gioia immensa che ti aspetta, c’è il tuo più grande sogno che ti guarda da un tempo futuro e non vede l’ora di raggiungerti. Perché tutto quello che stai vivendo ti verrà un giorno riscattato. Perché in fondo il modo che hai ora di guardare alla vita non potevi che raggiungerlo così”.
All’incontro, coordinato da don Sergio Carafa, responsabile del Centro diocesano vocazioni che ha proposto anche un video di presentazione sulla vita della giovane musicista realizzato dalla Pastorale universitaria di Benevento e accompagnato l’evento con un ritratto su tela realizzato da Titina De Filippo, è intervenuto il Vescovo, Gianfranco De Luca. I momenti di preghiera, le riflessioni e i canti della Santa messa sono stati animati dai cori dell’associazione “Punto di Valore” di Termoli. Alla famiglia di Carlotta un “grazie” sincero da parte di tutta la comunità diocesana.