Io Amo Campobasso, il movimento presenta il sesto punto del suo Manifesto
Io Amo Campobasso presenta il sesto punto del suo manifesto: “una Campobasso che gioca”.
“Fin dal suo manifesto – si legge in una nota – Io Amo Campobasso si è mostrata attenta ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, convinta che il Comune deve provvedere a diffondere e tutelare sul proprio territorio i valori sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia ed i suoi Protocolli, dall’Agenda 2030 e dalle Skills del XXI secolo, con attività che coinvolgano sia i bambini che gli adolescenti, ma anche gli adulti. In queste attività si richiede, peraltro, che una cura speciale venga riservata alle “categorie vulnerabili” di bambini e adolescenti. L’attenzione alle nuove generazioni è segno di vitalità e allo stesso tempo dovere della comunità, perché promuovere uno sviluppo equo e sostenibile della città significa migliorare le condizioni di benessere di tutti e a tutte le età. Lavorare per il benessere dei minori è una condizione essenziale per conseguire obiettivi di sviluppo a lungo termine che siano inclusivi e sostenibili”.
IL DIRITTO AL GIOCO “L’attività ludica, il gioco – prosegue il Movimento – è la forma di espressione privilegiata di ogni bambino, lo strumento attraverso il quale si rapporta a se stesso ed al mondo circostante. Giocando il bambino ha la possibilità di ricombinare in maniera personale e creativa le informazioni, le indicazioni, i segnali che gli vengono dall’ambiente. Il gioco è quindi un’azione che compie per inserirsi nella realtà, lo strumento con il quale rielabora le proprie conoscenze e ne acquista consapevolezza. Lo aiuta ad acquisire un’identità sociale e personale. Io amo Campobasso riconosce dunque il diritto al gioco come base, insieme a salute e istruzione, del percorso di crescita di ciascun individuo, ed è per questo che focalizza l’attenzione sull’utilizzo degli spazi urbani da parte dei bambini, soprattutto rispetto al gioco libero, collegato al modello innovativo di sviluppo della nostra città. L’attività ludica è un diritto imprescindibile, cui sono collegati i doveri delle istituzioni e del mondo adulto. Ostacoli e vincoli all’intrattenimento in luoghi pubblici limitano l’autonomia al gioco dei bambini, la possibilità di trovare nuovi amici, di sperimentare l’avventura e di attivare processi di crescita. Il nostro obiettivo è intervenire sui regolamenti comunali di Polizia Urbana e condominiali disegnando un quadro normativo locale di sostegno e promozione del diritto al gioco, costruendo una rete capace di veicolare visioni e progettualità comuni per comunicare, ripetere e riprodurre, le esperienze più significative, stringendo accordi con ogni forma di associazione, gruppo, rete, singolo cittadino e abitante dei quartieri, con l’obiettivo di restituire alla fruizione pubblica (e al gioco) gli spazi comuni. Perché l’attività ludica e libera, meglio se all’aria aperta, è di fatto un “indicatore” del benessere e della qualità della vita”.
“Con la Legge 285/97 – evidenzia la nota – sono stati attivati anche a Campobasso servizi socio-educativi e ricreativi, come la ludoteca, che hanno colmato la strutturale carenza pubblica (servizi soprattutto rivolti alla prima infanzia). Io Amo Campobasso intende sviluppare la parte della legge volta a promuovere la percezione delle persone con età minore come reali soggetti di diritto, attraverso il miglioramento della fruizione dell’ambiente, fino ad oggi aspetto in secondo piano. Il nostro impegno è di attribuire valore e investire nella promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: sia attraverso momenti istituzionali dedicati al gioco – il 28 Maggio Giornata mondiale del Gioco, lanciata dall’ITLA nel 1998 e condivisa e approvata dall’ONU, il 20 novembre Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza – che tramite Terzo Settore, privati e scuole”.
SPORT, MOVIMENTO, EDUCAZIONE ALLA SALUTE “L’attività motoria e lo sport nella sua accezione più ampia, ossia nella sua dimensione educativa, di socializzazione e fonte di benessere e crescita personale e collettiva – spiega il Movimento – permettono di relazionarsi, interagire e confrontarsi in un’attività di divertimento. Diventa quindi importante per la crescita e la maturazione personale, lo strumento cioè attraverso cui il bambino/ragazzo può “fare esperienza” dell’altro, può condividere divertimento, fatica, impegno, entusiasmo e delusione. Imparare ad incanalare in modo positivo il bisogno di agonismo e competitività, sviluppare empatia, capacità di interagire con i propri pari. Io Amo Campobasso vuole perciò promuovere la cultura del gioco e del diritto allo sport per tutti i minorenni, superando le criticità di discriminazioni (disabilità, stranieri, patologie varie), impegnandosi ad aumentare, preservare e manutenere gli spazi pubblici dove poter giocare, fare attività fisica o incontrare amici al di fuori del contesto domestico. La priorità sarà proporre la garanzia di spazi fisici nei quartieri dove poter fare in sicurezza attività motoria, aumentando la fruibilità dei luoghi esistenti (parco giochi, palestre o piazzette senza macchine, una pista dove andare in bicicletta, sui pattini o fare skateboard) e favorendo tutte le necessarie misure strutturali di promozione di uno stile di vita attivo e di contrasto alla sedentarietà, con spazi pubblici idonei e coinvolgendo la scuola come ambito privilegiato. Interventi di questo genere sono da rendere permanenti, al di là delle scadenze progettuali immediate, accentuando l’aspetto di trasversalità delle azioni, con il coinvolgimento delle istituzioni sportive preposte e delle associazioni sul territorio”.
SCUOLE Io Amo Campobasso si propone di migliorare gli edifici scolastici, rendendoli più sicuri e accoglienti per tutti gli studenti, ma anche in linea con le didattiche più innovative. “Le scuole infatti – chiosa la nota – devono essere aperte anche in orario extracurricolare, per permettere ai bambini un maggiore arricchimento formativo. Ripensare le scuole significa tenere in considerazione gli alunni che necessitano di attenzione speciale, le necessità delle famiglie e dell’intera cittadinanza. È necessario investire sulla scuola primaria (comunale) creando servizi e interventi socioeducativi intorno alle attività scolastiche in senso proprio, aumentando il numero delle scuole con il tempo pieno e il servizio di mensa scolastica, gratuito per le fasce deboli, ed attivando piani di accoglienza per gli alunni stranieri e le famiglie, progettando, infine, attività e percorsi di crescita e socializzazione, tramite specifici finanziamenti, come il fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”.