Trentacinque anni da quel boato che condusse i lupi in serie B
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA REMIGIO LANCIANO
Il caldo di questo giorni mi riporta nel cuore e nella mente a quei giorni di attesa spasmodica che precedettero l’ultima conto il Francavilla. Un pomeriggio assolato di caldo e bollente di passione come non mai si era visto a Campobasso.
Noi assiepati sui gradoni della Nord a soffrire così tanto che gli esami di 3^ media da sostenere da lì a poco ci sembravano una scampagnata con gli amici, quando fino a prima di quel meraviglioso pomeriggio erano diventati l’incubo più grande da cui svegliarsi.
Era così caldo che mi cambiai la maglietta due volte prima dell’inizio di quella che è diventata ormai la partita perfetta insieme a poche altre.
La bellezza di quelle maglie rossoblù che varcarono i cancelli del verde terreno di casa odorante di erba fresca e scintillante di riflessi assumevano un aria di grandezza e maestosità.
Si percepiva l’inizio dell’evento che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti quelli che come me vivevano per il rosso e il blu. le bandiere al vento, gli scomparsi fumogeni e le urla assordanti di tutto un popolo non possono non ricordarsi per tutta la vita, come quando pensi da solo che ti piacerebbe si realizzasse un grande desiderio.
Eccolo lì sotto gli occhi e poco avanti chi dava gli ordini con il megafono e quasi svenuto per il delirio: eravamo in serie B. Roba da Corriere dello Sport e Novantesimo Minuto. Pazzesco ed indescrivibile il boato nell’istante in cui Maragliulo ci regalò il sogno. E mai nessuno penso che ci si poteva svegliare. Eravamo tutti innamorati pazzi.
Talmente tanto da non sentire più l’afa di quel fantastico pomeriggio di gloria vera. Anche i sassi seppero dell’impresa compiuta da una città che finalmente con tutta la forza che poteva si dichiarò finalmente a tutta una nazione…eravamo entrati nella mente degli italiani e cominciavamo ad esistere dopo anni e anni di chissà dove sarà Campobasso.
Anche i cugini di Benevento, dove sognavano da decenni l’ingresso in pompa magna nel gotha del salotto buono, dovettero rassegnarsi a farci i complimenti e a mandarci tante scatole di cioccolatini per la festa infinita che da lì per giorni si scatenò.
Da quel pomeriggio sono passati 35 anni e ancora risentirci quelle urla e quell’odore di gloria che ci ha insegnato a sentirci grandi.
Quasi impossibile realizzare come di quello che è successo allora solo in pochi hanno capito il senso autentico di cosa vuol dire essere un popolo unito e averlo sulla pelle.
La bellezza non muore mai se la porti dentro di te e non solo per la prima volta, per sempre. Così faremo tutti l’abbonamento al ‘Ciro Vigorito’. Stesso stadio, un giallo in più e un blu in meno, in fondo il ‘Nuovo Romagnoli’ è fuori città.
Percorrere qualche metro in più e pranzare un ora prima la domenica e un sacrificio di poco conto. L importante sarà vedere uno spettacolo degno. Come si suol dire, dove c’è gusto…