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25 Aprile, il messaggio del sindaco di Campobasso, Roberto Gravina

“Anche la costrizione dei tempi e dei modi, nella quale in questo periodo siamo chiamati a muoverci e ad agire, non può impedire al ricordo di tutta la nostra nazione di prendere corpo, dopo settantacinque anni, ancora una volta in questo giorno. Proprio per festeggiare questi settantacinque anni di libertà democratica, in tutta Italia erano originariamente previste manifestazioni degne di una tale ricorrenza che però si è stati costretti a rinviare”. Così il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, in occasione della Festa della Liberazione.

“Il 25 aprile – ha proseguito – è una data che non serve solo a marcare l’incedere della storia, ma rappresenta l’indizio principale della volontà democratica dell’intero Paese in cui viviamo che da allora ha saputo sviluppare radici così forti e solide in grado di permettergli di resistere alle mistificazioni, preservandolo dagli estremismi che, nel corso degli anni, hanno più volte provato a rovesciarne il senso e interromperne la crescita. 

La possibilità della libertà per il nostro popolo ha preso il via da lì, da quel risveglio e da quella tragedia vissuta sulla propria pelle. Da quel momento, da quel 25 aprile del 1945, abbiamo intrapreso la costruzione delle regole democratiche che oggi la nostra Costituzione custodisce, come uno scrigno prezioso e vitale, e che garantiscono ad ognuno di noi di poter chiedere il rispetto per ciò che si è come uomini e donne oltre che come cittadini. 

Oggi si corre il rischio che tutto questo possa apparirci come qualcosa da dare per scontato, ma settantacinque anni fa non lo era affatto e chi sacrificò la propria vita per permettere alla nostra nazione di spezzare il giogo che per oltre un ventennio l’aveva tenuta legata ad un’ideologia catastrofica, lo fece nella convinzione che proprio la libertà fosse il bene più grande da poter lasciare in dono al proprio Paese.

Ciò che allora fu sconfitta fu l’idea insopportabile della dittatura, delle limitazioni delle proprie idee e libertà personali, un’idea che fu capace di incendiare letteralmente il mondo facendolo diventare un falò nel quale vennero bruciati corpi, interi popoli, città e nazioni in nome di presunte superiorità legate alla razza.

L’Italia proprio dalla libertà seppe ripartire, per ricostruirsi totalmente dalle fondamenta. Animata da quello stesso anelito di diritto e di uguaglianza, la nostra nazione non baratterà mai più, men che mai in tempi difficili e impegnativi come quelli che ci ritroviamo a vivere oggi, ciò che la storia dolorosamente ci ha insegnato permettendoci di diventare una repubblica moderna e democratica, con le promesse illusorie di chi ritiene di essere il depositario di un’unica chiave di lettura della realtà.

Oggi il nostro Paese è maturo e capace di appartenere ad ognuno di noi donando a ciascun cittadino la libertà conquistata quel giorno, il 25 aprile del 1945”.

Redazione

CBlive

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