Giorno della Memoria, il messaggio del Presidente del Consiglio regionale del Molise, Salvatore Micone
In occasione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, il Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Qualche giorno fa Ferruccio de Bortoli, intervenendo nel dibattito sul Giorno della Memoria, ci ricordava dalle colonne del Corriere della Sera, che “la memoria è come un giardino. Va curata. Altrimenti si ricoprirà di erbacce”. E’ proprio questo quello che siamo chiamati a fare oggi: ricordare insieme come popolo, come società, come architettura istituzionale, culturale e sociale, quanto l’uomo, ottemperato dalla cultura dell’odio, può essere feroce nel perseguire, umiliare e annientare un proprio simile, per il sol fatto di essere nato. Un odio, un razzismo e una ossessiva persecuzione che la storia dell’uomo ha conosciuto tante volte nel susseguirsi delle varie epoche, ma che nell’Europa della fine anni trenta e inizio anni quaranta dello scorso secolo, divenne strutturazione legislativa, organizzazione industriale oltre che visione culturale e sociale di una civiltà nuova, che si voleva “depurata” da esseri cosiddetti “inferiori”.
A questa categoria, gli “inferiori”, ovviamente, apparteneva certo tutto il popolo ebraico, ma anche zingari, omosessuali, portatori di handicap. Nel dopoguerra le migliori risorse culturali di questo Paese, e in generale dell’umanità, si sono spese per far luce su quei fatti tragici di persecuzioni e annientamento sistematico di una razza o di singole componenti della società, e per creare, rispetto a quel tremendo veleno ideologico che li determinò, un antidoto di valori, di principi, di tolleranza e di reciprocità che consentisse all’umanità di fare i conti
con i suoi mostri più occulti e guardare al futuro con la luce della libertà, dell’eguaglianza e della solidarietà.
Purtuttavia, come dice de Bortoli, la battaglia non è vinta. Infatti, appena ci si distrae, nel susseguirsi degli anni vissuti da una società dell’informazione digitale e social sempre più frenetica, capace di bruciare ogni fatto con velocità e senza il dovuto discernimento, le “erbacce” del “giardino della memoria” crescono, germogliano e si diffondono danneggiandolo. Come società non possiamo permetterci di assistere all’imbrutimento di questo “giardino” che è uno dei luoghi più importanti del vivere civile, nel quale crescono le piante della motivazione e della forza, PER e CON le quali abbiamo la forza di combattere la desertificazione morale e valoriale dell’odio per l’altro, soprattutto se colpevole di essere diverso. E’ questo, dunque, il compito di tutti e di ciascuno: tagliare le erbacce, custodire, proteggere e promuovere il “giardino della memoria” che deve appartenere a ciascuno e a tutti, per ricordare i fiori recisi dalla violenza e dall’ossessione, e coltivarne altri che abbiano il colori del diritto alla vita, del diritto alla emancipazione da ogni forma di prevaricazione fisica e morale, del diritto a professare, pensare, dire in piena e assoluta libertà. Il Consiglio regionale, come le altre istituzioni, terrà in questo giorno le bandiere a mezz’asta per ricordare tutte le vittime dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, e per onorare tutti coloro i quali seppero, in un momento storico molto complesso, trovare nel proprio cuore e nel proprio tranquillo vivere quotidiano, il coraggio, a rischio della propria vita e di quella dei propri cari, di aiutare tanti perseguitati, di nasconderli, farli scappare dalle persecuzioni e restituire loro un futuro a cui avevano diritto”.