Assistenza sul territorio, dirigenza e responsabilità, stop alla carenza: le richieste degli infermieri di Molise e Campania
Tre richieste fondamentali dagli infermieri di Campania e Molise avanzate in occasione dell’ottava tappa del Congresso itinerante della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) alle autorità Regionali: 1) realizzare una vera assistenza sul territorio, la cui assenza penalizza oggi non solo i professionisti, ma soprattutto gli assistiti; 2) valorizzare la professione sia prevedendo per gli infermieri ruoli dirigenziali soprattutto per le strutture assistenziali, ma anche docenze per la formazione: gli infermieri li devono formare e dirigere gli infermieri che conoscono la professione e le sue peculiarità, di cui soprattutto durante la pandemia si è dimostrato il ruolo essenziale; 3) colmare la carenza di personale che in Campania e Molise sfiora le 10.000 unità (ne mancano in media il 25% di quelli che sarebbero necessari), soprattutto per realizzare le strutture previste dal PNRR, ma anche per poter assistere al meglio i cittadini: l’ adeguamento degli organici garantisce assistenza in modo appropriato Sia nei contesti ospedalieri sia territoriali.
Oggi l’assistenza è un’impresa difficile (soprattutto sul territorio) e chi ne fa le spese maggiori sono proprio i pazienti se sono lasciato soli e non hanno un professionista a cui rivolgersi.
“Senza gli infermieri non ce l’avremmo fatta a superare la pandemia – ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca al Congresso – e per questo dobbiamo dare impulso alla professione: negli ultimi due anni abbiamo impegnato 3.600 infermieri in più, di cui 900 sono stati già stabilizzati e gli altri lo saranno entro fine 2022. Poi nei nostri programmi ce ne sono almeno altri 3mila da assumere per rendere le Case della Comunità, gli Ospedali di comunità e le centrali operative previste dal PNRR efficienti ed efficaci per le persone, sul territorio”.
“Siamo impegnati – ha detto ancora – nella qualificazione dell’assistenza perché sia di grande qualità e per questo le tre parole che caratterizzano la professione infermieristica dovranno essere assunzioni, stabilizzazioni e formazione, perché gli infermieri acquisiscano quel ruolo di priorità che il nuovo modello di sanità ha disegnato per loro. Certo, è aperta la battaglia con Governo per avere le risorse necessarie a migliorare, la sanità perché i criteri di riparto del fondo sanitario non vanno più e ce ne vogliono di nuovi che consentano a tutti i cittadini di avere a disposizione le stesse risorse: la Campania in questo senso sta perdendo almeno 300 milioni ogni anno”.
“Dobbiamo dare risposte ai cittadini, non alla politica e per questo, perché l’assistenza ne ha bisogno, stiamo assumendo oltre 230 nuovi infermieri, riaprire i concorsi e a giorni convocheremo gli ordini per mettere a punto il Piano operativo 2022-2024: prima si fa e meglio è per tutti”, ha detto il presidente della Regione Molise, Donato Toma, intervenendo al Congresso.
“Gli infermieri – ha proseguito – dovranno avere maggiore responsabilità, autonomia e il riconoscimento delle loro competenze non solo nell’assistenza, ma anche nel management. E dobbiamo recuperare – ha aggiunto Toma – rispetto ai loro ruoli dirigenziali e alle unità operative infermieristiche: per attuare il PNRR dobbiamo fare in fretta”.
“Quella dell’infermiere è la professione del futuro – ha sottolineato Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI – e lo è con maggiori responsabilità, formazione, specializzazioni e infungibilità della professione. Ma c’è carenza, e non solo in Campania e Molise: il rapporto infermieri-abitanti in Italia è di 5,5-5,6 infermieri ogni mille abitanti contro una media dei Paesi dell’Organizzazione di 8,5, uno dei più bassi d’Europa secondo l’Ocse e il rapporto infermieri-medici, che dovrebbe essere secondo standard internazionali 1:3 è, sempre secondo l’Ocse, inferiore di 1:1,5. Secondo questi numeri di infermieri nel nostro Paese per adeguarsi almeno alla media Ocse ne mancherebbero ben oltre 100mila”.
“L’infermiere – spiega – assicura il buon andamento delle strutture anche evitando eventuali carenze o atti impropri di altre figure, ma deve essere supportato da un organico numericamente e professionalmente efficiente e dotazioni all’altezza di un’assistenza di qualità, altrimenti c’è il rischio di peggiorare la situazione e trasformare chi dovrebbe organizzare in un capro espiatorio di errori altrui. Gli studi internazionale parlano chiaro: più ci si allontanata da un rapporto di un infermiere ogni 6 assistiti più aumenta il rischio di mortalità, fino a raggiungere anche il 30% di aumento. E in Italia la media è a 11, ma in Molise si raggiungono i 13 e in Campania i 17-18”.
“Ora – conclude la presidente FNOPI – tra PNRR, legge di Bilancio e PON che stanzia risorse proprio per il Sud la strada è aperta e non si potrà più ignorare questa esigenza”.