Cultura

Shoah, l’Unimol conferisce la laurea ad honorem a Piero Terracina, sopravvissuto di Auschwitz. “Vigilare sempre affinché il passato non torni”

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L’evento nell’aula magna dell’Unimol

FABIANA ABBAZIA

La voce rotta dall’emozione dei ricordi, quella di Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz e diventato uno dei più lucidi testimoni dell’orrore della Shoah, al quale questa mattina, lunedì 23 marzo, nell’aula magna dell’Università di Campobasso è stata conferita la laurea ‘honoris causa’ in ‘Scienze della Formazione primaria’.

“C’è il rischio che la storia si ripeta e, allora dobbiamo sempre vigilare perché il passato non torni, il monito che Terracina ha voluto lasciare ai giovani studenti presenti alla cerimonia.

Dopo che a soli 10 anni, nel 1938, a causa delle leggi razziali fu espulso dalle scuole elementari del Regno d’Italia e nel ‘44 venne deportato insieme a tutta la sua famiglia nel campo di sterminio di Auschwitz, da dove solo lui riuscì a salvarsi, Terracina ha speso tutta la sua esistenza per educare le giovani generazioni al ricordo degli orrori della storia e delle varie forme di razzismo. Tantissime sono state, infatti, le scuole dove ha portato la sua testimonianza. Un impegno dall’elevatissimo significato morale e pedagogico al quale oggi si è voluto rendere merito attraverso il conferimento di un importante riconoscimento, che ha come obiettivo quello di diffondere la memoria dell’Olocausto e difendere e promuovere i valori costitutivi della Repubblica Italiana.

“Posso dire – racconta Terracina – di aver vissuto due vite, una prima dell’Olocausto e una dopo, ma a volte il peso di quello che ho vissuto torna e diventa insopportabile. Nella mia vita dopo Auschwitz importantissimo è stato il ruolo dell’amicizia”. Una sfera in cui un posto particolare lo ha senza dubbio occupato Sami Modiano, altro giovane deportato italiano, proveniente da Rodi, con cui Terracina condivise la drammatica esperienza del campo di concentramento. Un legame così profondo quello tra i due, tanto che Terracina nel suo discorso, guardando negli occhi il suo amico seduto in platea, non ha esitato a definirlo mio fratello”.

“Anche oggi – prosegue ancora nel suo intervento – ho numerosi amici. Molti di questi sono giovani. Ragazzi che ho avuto il piacere di incontrare nelle scuole. A me non pesa la differenza di età e credo nemmeno a loro”.

Oltre all’amicizia, Terracina parla agli studenti dell’amore, della solidarietà, della dignità e dell’importanza della libertà. Valori inalienabili che devono essere il punto fermo nella vita di ogni essere umano. Poi la riflessione sulla prova scientifica: “tutti gli esseri umani hanno un’unica discendenza che li rende uguali”. È facile – dice ancora Terracina – prendersela con i più deboli, ma la memoria ci deve aiutare a non perpetrare quelli che in molti chiamano errori e invece sono orrori”.

L’evento nell’aula magna dell’Unimol

Un impegno, quello di educare le giovani generazioni al ricordo della Shoah che l’Unimol, così come sottolineato anche dal Magnifico Rettore, Gianmaria Palmieri, ha sposato da tempo come proprio dovere etico e morale, concretizzatosi nell’adesione alla ‘Rete universitaria per il giorno della memoria’, nell’ambito della quale in questi ultimi anni si è portato avanti, in collaborazione con le scuole, progetti dedicati alla didattica e alla storia della Shoah. Lo stesso Terracina fu già ospite dell’Università il 17 aprile del 2012.

La medesima cerimonia di conferimento del titolo di laurea avvenuta oggi, è stata programmata in prossimità dell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Una scelta, dal valore simbolico, in particolare per tutta la Comunità ebraica italiana.

All’evento, oltre al mondo accademico e scolastico, hanno preso parte altri sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti, rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane, della Comunità di Sant’Egidio e una nutrita rappresentanza di studenti delle scuole ebraiche di Roma.

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