Tutelare i minori in condizioni di disagio. Questo l’obiettivo del progetto pilota promosso dal Comune di Campobasso, Assessorato alla Cultura e Pari Opportunità e l’associazione Liberaluna Onlus che coinvolgerà gli studenti dell’Istituto Tecnico per il Settore Tecnologico Guglielmo Marconi di Campobasso. L’iniziativa denominata “Oltre le barriere del disagio” è stata presentata questa mattina, lunedì 22 maggio, presso la scuola del capoluogo. A illustrare obiettivi, finalità e metodologie del progetto ci hanno pensato la dirigente scolastica Adelaide Villa, l’assessore Emma de Capoa, la presidente di Liberaluna, Maria Grazia La Selva.
Ascoltare le nuove generazioni usando i loro linguaggi che, inevitabilmente passano per l’uso delle nuove tecnologie. È in sintesi questa la strategia che sarà messa in pratica dagli esperti dell’associazione che si confronteranno non solo con gli studenti, ma anche con genitori e docenti e che, avranno a disposizione un blog, inteso come una scatola virtuale che raccoglierà le idee, i pensieri, i sogni, ma anche le critiche dei ragazzi.
Ma cosa si intende nello specifico quando si parla di disagio sociale? A rispondere alla domanda è Maria Grazia La Selva, presidente Liberaluna.
“Durante altri progetti svolti nelle scuole – dice – ci siamo resi conto che ciò che influisce negativamente sui ragazzi è la loro mancanza di prospettive all’interno della società. Molto spesso sono stati proprio i giovani a raccontarci di non ricevere abbastanza stimoli dagli adulti. E – prosegue – proprio questa mancanza di fiducia li induce a cercare vie d’uscita alternative che possono essere spesso rappresentate dall’uso di alcol, droghe, ma anche il fenomeno della dispersione scolastica o nell’uso distorto della tecnologie, con le quali arrivare a soluzioni facili e terribili come ad esempio l’autodistruzione”.
Oltre agli incontri con gli studenti e alla piattaforma online, denominata ‘L’omino dei sogni’, interamente gestita da professionisti e nel cui spazio virtuale i ragazzi si sentano liberi di esprimersi, per loro ci saranno anche una serie di laboratori che vadano a rivalorizzare la manualità e la creatività e dare maggiore importanza ai cinque sensi.
“Il disagio sociale – le parole dell’assessore de Capoa – è un fenomeno che investe al tempo stesso i ragazzi, le loro famiglie, gli insegnati e di cui spesso non è nemmeno facile dare una definizione. Nella maggior parte dei casi esso non ha una causa unica, ma è la somma di numerose concause che vanno ricercate e analizzate, avendo sempre presente che l’obiettivo finale è quello di porsi al fianco dei giovani e sostenerli continuamente nel credere e operare per un futuro migliore L’amministrazione comunale ha perciò creduto in questo progetto, promuovendolo nelle scuole, cerando in questo modo di prevenire e contrastare il fenomeno del disagio giovanile che, non solo può essere causa di dispersione scolastica, ma nei casi più gravi può condurre a disagi di tipo patologico, come disturbi alimentari, alcolismo, tossicodipendenze, bullismo e persino suicidio”.
Soddisfatta dell’iniziativa anche la preside Villa e le referenti per la scuola dell’iniziativa, le docenti Pozzuto e Gaddi. “Aderire al progetto – ha detto la dirigente scolastica – significa essere consapevoli che lo studente non può essere pensato solo de un punto di vista cognitivo, ma ogni alunno deve sempre essere considerato nella sua interezza e, quindi, è quanto mai necessario che la scuola sia prima fila nelle problematiche che coinvolgono gli studenti anche al di fuori del contesto puramente scolastico”.