La Guerra e la Chiesa, le armi e le preghiere: come il Molise visse la Seconda Guerra Mondiale nella fatica letteraria di Marcella Tamburello
Marcella Tamburello è l’autrice de ‘’Le armi e le Preghiere’ edizione Volturnia. Lo studio, durato tre anni, è stato mirato a ricostruire gli anni della Seconda Guerra Mondiale in Molise, la vita quotidiana della popolazione civile chiamata, in vario modo, ad una partecipazione diretta o indiretta alle vicende belliche di quegli anni.
Un lavoro nel quale la giornalista campobassana cercato, nel miglior modo possibile, di spiegare come la popolazione molisana abbia reagito alla guerra; quali sacrifici e quali rinunce siano state fatte sotto vari aspetti. Economicamente, qualitativamente, socialmente e religiosamente la popolazione molisana fece, dal 1938 al 1950, grossi sacrifici contando tante vittime, scomparsi, orfani, senzatetto e numerosi feriti. Violenza e generosità, cattiveria e bontà, forza e debolezza caratterizzarono, incessantemente, quel lungo periodo.
In queste pagine, scritte quasi come un diario grazie alle lettere, agli appunti, ai ricordi e ai telegrammi dei protagonisti di quegli anni conservati in diversi archivi, memoria e storia si intrecciano per dar vita ad uno spaccato di un percorso storico. Il ricordo individuale, i fatti, gli episodi locali e personali rappresentano lo scenario di quegli avvenimenti. E le testimonianze, scritte, orali o materiali che siano, rappresentano la materia prima degli storici e di chi ha deciso, per passione o dedizione, di recuperare frammenti di un passato da non dimenticare. Senza di esse non vi è storia.
Nel lavoro, frutto di un’analisi durata tre anni, l’oggetto principale della ricerca, per la ricostruzione della situazione economico-sociale del Molise, è la posizione del Clero e di tutte le azioni compiute dai religiosi dell’epoca.
“Mancava, infatti, proprio per il Molise la ricostruzione di questo periodo storico tramite l’analisi dei documenti appartenuti alla Chiesa e ai suoi uomini. Papi, Vescovi e preti ebbero in effetti un ruolo particolarmente importante prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, ma anche negli anni della ricostruzione post guerra”: si legge nella prefazione.
Ogni storia è fatta di racconti ma soprattutto di testimonianze e relazioni di persone che quei fatti hanno vissuto in prima persona. In questa storia le vicende ecclesiastiche sono di primaria importanza e le ricche testimonianze, conservate negli diversi Archivi oggetto di studio, sono state di grande valore assoluto per ricostruire il periodo storico su cui è stata puntata la mia ricerca.
La ricerca dei documenti è partita dai quattro Archivi Diocesani della regione: Campobasso – Bojano, Trivento, Isernia – Venafro, Termoli – Larino. Nella seconda fase il lavoro si è spostato sull’Archivio di Stato di Campobasso e sugli Archivi privati di alcune Chiese molisane. Infine il lavoro si è concentrato sull’Archivio Centrale di Roma e l’Archivio Segreto Vaticano. Da segnalare, inoltre, la riconoscenza alla famiglia Gargano di Campobasso che, dopo aver ritrovato, nella propria soffitta, la corrispondenza di guerra del papà, soldato Angelo Gargano, con i propri familiari, ha deciso di consegnarmi, temporaneamente, queste lettere inedite per studiarle ed inserirle nella mia ricerca. Marcella Tamburello ha, così, analizzato i libri cronistorici di alcune parrocchie molisane, veri e propri diari, custoditi gelosamente dai preti; libri che contengono testimonianze minuziose di quelli che furono i fatti accaduti quotidianamente. Un ultimo ed importante archivio, seppur povero di documenti importanti a causa dei bombardamenti del 1943, è stato quello comunale di Capracotta.
Fino ad alcuni anni dopo la Seconda Guerra Mondiale le attuali quattro Diocesi molisane erano suddivise in tre Regioni concistoriali italiane. Quella di Bojano – Campobasso e quelle unite di Termoli – Larino facevano parte della Regione conciliare beneventana; la Diocesi di Trivento era inserita nella Regione conciliare degli Abruzzi e infine quelle unite di Isernia e Venafro facevano parte della Campania. Ma dopo il Concilio Vaticano II si prospettò, per l’Italia, il proposito del ridimensionamento delle Diocesi e delle Regioni Ecclesiali per un funzionamento più adeguato alle nuove realtà civili che nel tempo si erano sviluppate sull’intero territorio nazionale. Il Molise, durante il secondo conflitto mondiale, era unica regione con l’Abruzzo ma le varie Chiese, elemento di unione dei popoli e di rappresentazione di fede e speranza, facevano già parte delle quattro Curie vescovili ancora oggi presenti sul territorio.
E proprio la Chiesa, in ogni paese e a prescindere dalla religione professata, è l’elemento che meglio può mostrare il senso civico e di civiltà di un popolo in quanto è presente nella vita fisica e spirituale di ogni cittadino credente: la Chiesa è il luogo che conforta, che protegge, che accoglie chiunque nel momento del bisogno. E questo bisogno durante una guerra cresce vertiginosamente. Anche in Molise, come in tutti gli altri centri italiani, durante le Guerre Mondiali, la Chiesa diventò rifugio per tutte le anime, anche per le non credenti; i preti e i Vescovi rappresentarono, in modo forte e quasi univoco, i difensori della gente comune che soffriva, di donne e bambini, di feriti e anziani fino alla protezione, spesso silenziosa, di soldati e rifugiati. E fu proprio grazie a questo forte ruolo sociale, affidato dai fedeli alla Chiesa, ad erigere l’intero Clero a guida non solo spirituale delle anime ma anche materiale con una vera e propria discesa della Chiesa anche in campo politico. In Molise, in effetti, durante tutti gli anni che caratterizzarono la Seconda Guerra Mondiale, la Chiesa rappresentò l’unica guida e l’unico aiuto per il popolo sofferente costretto a sopravvivere sotto una lunga e continua pioggia di bombe. E fu in tale contesto che la Chiesa e tutti i suoi rappresentanti si trasformarono in leader carismatici e risolutivi per le sofferenze di una popolazione stanca di patire le difficoltà più nere dettate prima dalla povertà e poi dalle catastrofi della guerra.
Nei cinque capitoli in cui è diviso il lavoro, la storia del Molise, raccontata attraverso le testimonianze di chi visse quel periodo, sembra delineare, ovviamente, varie sfaccettature.