Il 1° maggio è la festa dei lavoratori: ma cosa si festeggia e quali le origini di questa ricorrenza?
Il 1° maggio è la festa dei lavoratori. E nella giornata odierna è prassi la gita fuoriporta. Ma quale è il significato di questa festa? Il 1° maggio si celebra la riduzione della giornata lavorativa a otto ore, una conquista che ha richiesto impegno e lotte – anche sanguinose – da parte della classe operaia.
In Illinois, nel 1867, per la prima volta, fu promulgata una legge che garantisse otto ore di lavoro al giorno. In Italia, occorre arrivare a un Regio Decreto del 1923, grazie al lavoro dell’Internazionale, l’associazione operaia nata in Europa per riuinire i gruppi politici di sinistra di Paesi diversi.
La data del 1° maggio è stata scelta per ricordare i gravi incidenti avvenuti nei primi giorni del 1886 a Chicago e conosciuti come rivolta di Haymarket: il 3 maggio i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovano in protesta all’ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick: la polizia apre il fuoco e ne uccide due. Durante i cortei dei giorni successivi, una bomba provocò la morte di sei poliziotti e una cinquantina di feriti. La risposta degli agenti provocò un numero imprecisato di morti.
Il 20 agosto 1887 il tribunale condanna a morte 8 anarchici, che furono impiccati l’11 novembre a Chicago. Uno di loro, August Spies, prima di morire riesce a urlare: “Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte”.
In Europa la festività del primo maggio viene ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo. Tra le prime documentazioni filmate della festa in Italia, il produttore cinematografico Cataldo Balducci presenta il documentario sulla ‘Grandiosa manifestazione’ per il primo maggio 1913 ad Andria che riprende la festa in sette quadri: si può vedere il corteo che percorre le strade affollate della città: gli uomini, tutti con il cappello, seguono la banda che suona, con alcune bandiere.
LA STRAGE DEL ’47 – La mattina del 1° maggio 1947 da Piana degli Albanesi, San Cipirello e San Giuseppe Jato, più di duemila tra contadini e braccianti con le loro famiglie, si incamminano verso Portella della Ginestra per celebrare la festa dei lavoratori. Poco dopo le dieci, mentre è in corso il comizio, si sentono i primi spari. Non sono mortaretti esplosi per la festa, come qualcuno crede in un primo momento: sono fucili e mitragliatrici che fanno fuoco su una folla inerme. Il bilancio è di 11 morti e oltre 30 feriti: è la prima strage della storia della Repubblica.