Diplomati analfabeti: anche in Molise è emergenza. Invalsi lancia l’allarme
Nella ventesima regione la dispersione scolastica totale si assesta al 23%
Il 23% dei diciottenni molisani ha fatto la maturità ma “non possiede le competenze di base nella capacità di lettura e per effettuare semplici calcoli. Senza parlare della comprensione della lingua inglese”.
È una fotografia impietosa quella che emerge dai dati raccolti da Invalsi e pubblicati, per la prima volta, sotto forma di editoriale da Roberto Ricci.
Numeri che certificano, ancora una volta, una differenza sostanziale tra Nord e Sud in un Paese decisamente diviso in due.
‘Dispersione scolastica implicita’ è il nome attribuito a un fenomeno ricompreso in quella che comunemente viene definita sepmlicimente dispersione scolastica.
In generale, infatti, il tasso di dispersione esplicita si determina misurando la quota degli ELET, Early Leavers from Education and Training, cioè di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che conseguono al più il titolo di scuola secondaria di primo grado o una qualifica di durata non superiore ai 2 anni.
Il dato sugli ELET non riesce però a dare l’esatta dimensione del problema della dispersione scolastica.
Alla dispersione esplicita, gli ELET, sfuggono quegli studenti che conseguono un titolo di scuola secondaria di secondo grado, ma senza aver raggiunto i traguardi minimi di competenze previsti per il loro percorso di studio.
Ed è proprio sommando queste due categorie che i dati sono particolarmente preoccupanti.
La dispersione scolastica totale supera il 20% a livello nazionale. Una percentuale su cui a influire negativamente è soprattutto il Sud.
Peggio del Molise c’è la Puglia con il 25,7% e la Campania con il 31,9% dei campani. Malissimo la Sicilia e la Sardegna con vere cifre record: 37 e 37,4%.
In tutto, in Italia sono il 7,1% quelli che hanno un livello di inglese inferiore al B1, che al test Invalsi hanno preso meno di due su cinque in italiano e in matematica, e che non sarebbero in grado di capire un libretto delle istruzioni di media difficoltà.
In realtà, stabilire la quota di dispersi impliciti non è semplice, ma dal 2019 le Prove Invalsi hanno dato una prima rappresentazione del fenomeno, fin dal suo insorgere nella scuola primaria.
Ciò perché i risultati delle rilevazioni nazionali permettono di determinare la preparazione raggiunta al termine della cosiddetta scuola superiore: pur nella loro parzialità, possono quantificare gli studenti che non raggiungono il livello di competenze minimo previsto.
Insomma, coloro che, anche ottenendo il diploma, non arrivano al livello 3 nelle prove di Italiano e Matematica e che non raggiungono nemmeno il livello B1 nella lettura e nell’ascolto in Inglese hanno livelli di competenze che corrispondono agli obiettivi formativi previsti per gli studenti di terza media, ovvero molto al di sotto di quelli che avrebbero dovuto raggiungere.
Una vera e propria emergenza per il Paese che senza un’adeguata istruzione delle giovani generazioni non potrà mai sperare di divenire competitivo.
Un’emergenza che si aggiunge alle tante altre emergenze di un piccolo e dimenticato Molise.