22 maggio, a Vinchiaturo si celebra Santa Rita. Il parroco: “Doniamo a tutti la speranza che il sole possa sempre splendere in ogni cuore”
La festa di Santa Rita è molto sentita anche in Molise, in particolare a Vinchiaturo in continuità con quella Patronale di San Bernardino. Questa sera, 22 maggio, si terrà la santa messa solenne alle 18,30 con il coro Brandi, a seguire la processione con banda e, al rientro della processione, saranno date le rose benedette e sul sagrato nel braciere verranno bruciate le preghiere e suppliche dei fedeli.
Durante la messa saranno benedetti i bambini e chi festeggia il 50 anniversario di matrimonio. Alcuni membri dell’Unitalsi riceveranno, invece, il sacramento dell’Unzione degli Infermi, affidandosi alla Santa che insegna a superare ogni spina e ogni prova.
Don Peppino Cardegna, parroco di Vinchiaturo
Con la rosa di Santa Rita doniamo a tutti la Speranza che il Sole possa sempre illuminare e splendere radioso in ogni cuore
“Dio è Sommo Medico e fa e può e vuole darci le nostre necessità e la medicina che ci bisogna alla nostra infermità” (Santa Rita)
Il 22 maggio la Chiesa commemora Santa Rita da Cascia. Questa grande donna, sposa, madre, vedova, monaca e Santa nacque a Roccaporena, una frazione di Cascia (PG), nel 1381. La vita non le risparmiò il dolore. Sposò un uomo violento e sopportò con eroica pazienza i maltrattamenti e con la sua dolcezza, forte amore, preghiera e dedizione riuscì a convertirlo a Dio. Successivamente suo marito venne assassinato per via di alcune lotte politico-familiari del suo tempo. Fu così che Rita si trovò vedova con due bambini piccoli. Anch’essi, purtroppo, morirono presto, probabilmente di peste e la Santa divenne libera da ogni legame familiare. Chiese allora di essere accolta nel monastero delle Agostiniane di Santa Maria Maddalena. Venne respinta tre volte perchè vedova, ma alla fine riuscì a entrarvi miracolosamente, grazie ai suoi santi Patroni: san Giovanni Battista, sant’Agostino e san Nicola da Tolentino. Secondo la tradizione, questi santi l’avrebbero introdotta nel monastero durante la notte e al mattino, quando le monache si recarono in coro per l’Ufficio, la trovarono assorta nella preghiera. Qui condusse una vita dedicata alla contemplazione della passione del Signore.
Si distinse per la santità eroica e l’ardente carità, suscitando l’ammirazione di tutte le monache. Nell’assidua meditazione della passione di Cristo, ella desiderava di soffrire i patimenti nel suo corpo. Un giorno, mentre era prostrata davanti al Crocifisso, sentì una spina della Corona conficcarsi nella sua fronte. Questa spina le provocò una piaga purulenta che la costrinse all’isolamento fino alla morte avvenuta il 22 maggio 1447 (3 anni dopo San Bernardino da Siena). Santa Rita è molto amata in Italia e nel mondo intero per la sua vita di pienezza e di fede, perché ha vissuto e sofferto tanto. Ella è molto vicina alle nostre esperienze di vita quotidiana. Infatti la sentiamo vicina in famiglia, nello studio, nel lavoro, nelle occupazioni e la invochiamo come la “Santa dei casi impossibili” perché sull’esempio dell’Apostolo Paolo c’insegna a dire: “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13). Parole forti e fondanti dell’Apostolo Paolo che ravvivano nel credente, che adora il Signore e si apre alla Sua azione di grazia, la certezza che riceverà forza nel compiere la Sua Volontà. E la Santa di Cascia ne è uno splendido esempio nelle diverse lotte e nelle traversie da lei affrontate e superate con una grande serenità e un pieno abbandono in Dio.
Davvero, in modo esemplare, la Santa c’insegna a credere che solo in Gesù, nella sua passione, morte e risurrezione, possiamo scoprire la fonte della nostra fede e la vera motivazione della nostra gioia. Noi ci presentiamo a Dio nel nome del Figlio, Cristo Gesù, e chiediamo di conoscerlo, di amarlo e di seguirlo come discepoli del Terzo Millennio, di scoprire di essere amati e di amarlo. Ma chi potrebbe sostenere lo sguardo dell’Eterno? Nessuno, se non il Figlio: Via, Verità e Vita. Via al Padre, Verità piena e Vita nuova nella Sua Pasqua e vita in abbondanza (ben descritta nell’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse). La vita è la meta, la verità è la comprensione e la via è il modo per raggiungerla. Ed è proprio il Figlio Gesù che ci indica come fare.
La Santa di Cascia lo aveva capito e lo celebrava nel suo cuore. Non guardiamo più alle cose passate, il Signore fa nuove tutte le cose e fa sbocciare la rossa rossa dall’intenso profumo nel candore del pieno inverno. E il giardino del chiostro di Cascia profuma d’amore. E la rosa rossa diventa il tuo cuore!
E la gioia che sperimentiamo nel saperci amati e nello scoprirci portati nella mano di Dio ci permette di affrontare ogni momento buio, ogni difficoltà, come è per un genitore che affronta l’impegno logorante di crescere i figli. Viviamo nelle doglie del parto, dice San Paolo, nel grembo di un tempo che darà alla luce cieli nuovi e terra nuova. Se è così, e lo è, tutto diventa possibile e si riparte sempre. Fidarci di Lui, affidargli la nostra vita, soprattutto nei momenti di fatica, di incomprensione e di tribolazione, ci genera a una vita nuova e ci rende più radicati e consapevoli.
Allora guardando indietro, ai momenti di prova della nostra vita, ci rendiamo conto che il Signore, quando la vita ci chiude una porta, spalanca una finestra. Santa Rita, con le tante esperienze vissute, c’insegna l’arte della preghiera per arrivare al Padre in Gesù e per trasformare ogni ferita in feritoia di luce! Siamo diventati familiari di Dio e concittadini dei santi perchè il Maestro ci ha svelato il Suo vero volto, perchè quando preghiamo chi presiede la celebrazione dell’assemblea conclude ogni richiesta filiale, ogni preghiera, ogni ringraziamento con l’invocazione: per Cristo nostro Signore. E’ dunque attraverso di Lui che raggiungiamo Dio, è Lui che ci ha insegnato a conoscerLo, è Lui che ci ha svelato il volto di un Padre che sa di cosa hanno bisogno i suoi figli, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, che dona il cibo “a chi chiede un uovo e non un serpente”.
Ora noi sappiamo chi è il Padre perchè Gesù lo ha mostrato in Lui. “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14, 6). “Chi accoglie me, accoglie Colui che mi ha mandato” (Gv 13, 20). “Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse” (Gv 6, 12). Questo intimo rapporto di Gesù con il Padre diventa ancor più eloquente ed evidente dopo la Risurrezione di Cristo e diventa quotidiano con il dono dello Spirito Santo il Vivificatore, il ricordatore che riporta alla memoria viva degli eventi vissuti con Gesù. Questo stretto e inscindibile legame deve essere nutrito e vissuto per capire, per cogliere e per vivere la vera immagine di Dio in Cristo Gesù, Signore, Salvatore e Redentore. Ed è proprio in Lui che siamo diventati figli del gran Re, intimi di Dio, figli amati e perdonati; abbiamo accolto i suoi segreti, il suo progetto d’amore sull’umanità. Siamo diventati suoi collaboratori nella redenzione nostra e del mondo. Allora, attraverso Cristo, chiediamo al Padre qualunque cosa per avere in noi la pienezza della gioia. Egli è la strada verso Dio, verso il cuore caldo della vita. Guardiamo Gesù, come vive, come si commuove e sana, come va incontro, come muore e capiremo Dio e la vita. Con Santa Rita chiediamo di mettere i nostri passi sui suoi passi per muoverci dietro alla Stella polare; chiediamo ciò che, in Dio, ci porta alla gioia, all’edificazione quaggiù del Suo Regno, al servizio fraterno e disinteressato. E nella fede chiediamo cose grandi ossia la capacità di volare alto, di osare, di non scoraggiarci, di superare il dubbio che mette alla prova e il turbamento perchè renda forti, di amare fino al dono della vita.
Tutto ciò ben sapendo che la pienezza della gioia consiste nello scoprirci preziosi agli occhi di Dio, servi inutili che egli rende preziosi, unici, irripetibili e indispensabili. E con la grande Santa del mondo, riscoprendoci figli amati, riprendiamo il cammino nella forza della Speranza!
La Santa dei casi impossibili ci aiuti ad affrontare ogni prova con la certezza di non essere mai abbandonati, benedica i ragazzi, i giovani, le consacrate, i genitori, gli anziani e ogni famiglia. Di cuore, auguri a tutti e a ciascuno.