“Il Vajont di tutti” incassa 1.613 euro per la ricostruzione del teatro di Amatrice e cattura i giovani su una storia italiana con tante similitudini con tutte le tragedie del Belpaese
Milleseicentotredici euro raccolti: un buon risultato. I campobassani hanno risposto, tutto sommato, bene all’appello dell’associazione Ouverture, che, all’indomani del terribile sisma che ha colpito Lazio, Umbria e Marche, tra Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, aveva deciso di mandare in scena una replica dello spettacolo teatrale “Il Vajont di tutti… da Longarone a San Giuliano riflessi di speranza”, al fine di devolvere il ricavato per la ricostruzione del teatro ‘Giuseppe Garibaldi’ di Amatrice.
A ospitare lo spettacolo, suggestivo, emozionante e ricco di spunti di riflessione, è stato il Teatro Savoia, location d’eccezione, che era già stato scenario della rappresentazione lo scorso mese di marzo. Il maltempo, infatti, non ha reso possibile trasportare lo spettacolo in un altro luogo denso di significato e storia campobassana: il Castello Monforte.
“Siamo felici del risultato raggiunto – hanno dichiarato a fine serata Lara Carissimi e Andrea Ortis – sia per la cifra raccolta, sia per la presenza di tantissimi giovani”.
“È stato bello vedere dal palco – le parole dell’attore e regista Andrea Ortis – tantissimi ragazzi, con i quali sono entrato subito in empatia. Il pubblico si è lasciato trasportare in una storia italiana, quella della tragedia della diga del Vajont. Un tragico evento con tanti punti di contatto rispetto alle stragi che hanno caratterizzato gli ultimi cinquantatré anni della storia del Belpaese”.
Andrea Ortis, grazie a un’intepretazione brillante e straordinaria, ha guidato il pubblico in un viaggio lungo un trentennio, dal 1930 a quel drammatico 9 ottobre 1963, quando morirono quasi duemila persone, trascinate dalla forza dell’acqua dopo la frana del Monte Toc, causata da un’opera, il bacino idroelettrico del Vajont, che vide la luce tra errori, voluti e non voluti, connivenze, interessi e soprusi dei poteri forti.
Una storia, che richiama con molte similitudini, altre vicende italiane e, a conclusione dello spettacolo inevitabile il richiamo ad altre tragedie: il sisma dell’Irpinia e la strage di Ustica del 1980, l’alluvione di Sarno del 1998, gli incidenti ferroviari di Viareggio del 2009 e di Andria lo scorso mese di giugno, i terremoti in Umbria del 1984, 1997 e di due settimane fa, il sisma di San Giuliano di Puglia del 2002, all’Aquila del 2009, in Emilia Romagna del 2012. Migliaia di morti, che forse con maggiore accortezza e onestà da parte di tutti, istituzioni e cittadini, potevano essere, almeno in parte, evitate.
Molto suggestivo ed emozionante anche l’apertura della serata, affidata al giornalista di ‘Avvenire’, Pino Ciociola, tra i più autorevoli cronisti che hanno raccontato le tragedie italiane degli ultimi venti anni, terremoto di San Giuliano di Puglia compreso.
Il cronista romano è stato intervistato dal giornalista molisano Giuseppe Formato, direttore di CBlive, in un confronto diretto, veloce e crudo, ma purtroppo vero, su un sistema che dovrebbe essere cambiato dalla base, ovvero dai cittadini, quest’ultimi i primi che dovrebbero avvertire la necessità di legalità, mezzo autorevole per provare a mutare lo status quo, affinché in futuro possano essere evitate simili tragedie, dopo i quali, ancora nel 2016, si è costretti a piangere tanti morti.
“Vi assicuro – ha affermato Ciociola – che non ti abitui mai a vedere persone decedute senza un motivo, soprattutto se si tratta di bambini”. E di bimbi deceduti troppo presto, Ciociola ne ha visti tanti, anche a San Giuliano di Puglia, la cui drammatica storia è stata cristallizzata in un libro “La scuola assassina”, nato con l’intento di “diffondere la verità, adempiendo a un dovere civico e morale”.
La lezione di Ciociola e lo spettacolo scritto e diretto da Andrea Ortis sono stati, dunque, un momento importante per coloro che hanno affollato il Teatro Savoia e non sono stati pochi coloro che, a fine serata, sono tornati vicino al bussolotto, per effettuare un’ulteriore donazione, dopo quella al momento dell’ingresso, perché usciti dal teatro soddisfatti al termine di una serata ricca di spunti di riflessione, soprattutto per le giovani generazioni.
“Il mio ringraziamento – ha chiosato Ortis – va a tutto il cast, artistico e tecnico, e al personale del Teatro Savoia, ovvero a coloro impegnati in questo evento, che ci ha visti recitare per Amatrice. Mi piace ricordare i nomi di coloro che hanno sposato questa iniziativa: Aldo Gioia, Mariateresa Spina, Mariacarmen Iafigliola, Sara Petrella, Eros Antonelli, Lara Carissimi, Francesca Tavaniello, Vittorio Ziccardi, Andrea Ziccardi, Giuseppe Lamenta, Angelo Piano. E il mio grazie va anche ai giornalisti Pino Ciociola e Giuseppe Formato, per esser aver messo a nostra disposizione la loro professionalità”.
È, comunque, ancora possibile continuare a effettuare donazioni per la ricostruzione del Teatro ‘Giuseppe Garibaldi’ di Amatrice, attraverso il conto corrente (appositamente aperto) intestato all’Associazione Culturale ‘Ouverture’, Iban IT57Q 05034 03801000000002846, causale Teatro di Amatrice.