Trasporto ferroviario, Italia divisa in due. Al Sud meno treni della sola Lombardia. Per gli stessi servizi in Molise aumento del 9 per cento delle tariffe
È un’Italia divisa in due quella relativa al settore del trasporto ferroviario. A rivelare ciò che ai molisani ormai da tempo sembra un’ovvietà è il rapporto Pendolaria 2015 di Legambiente. Secondo il dossier stilato per l’anno appena terminato, nel Belpaese “aumentano le persone che viaggiano in treno, ma con dinamiche molto differenti da Nord a Sud”.
“Se da una parte il successo di treni sempre più moderni e veloci – si muovono tra Salerno, Torino e Venezia con un’offerta sempre più ampia e articolata e un crescendo di passeggeri ogni giorno su Frecciarossa e Italo – dall’altra – fa sapere Legamebiente – la progressiva riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza su tutte le altre direttrici nazionali (-22,7% dal 2010 al 2014), dove i tempi di viaggio sono rimasti fermi agli anni Ottanta”.
Convogli vecchi e lenti quelli che caratterizzano il Sud Italia tra cui si ritrova in pole il Molise, dove tra il 2010 e il 2015 c’è stato tra l’altro un aumento delle tariffe pari al 9 per cento, per servizi rimasti invariati e mai migliorati.
Legambiente conferma poi come l’alta velocità si sia fermata a Salerno. “Mentre il Presidente del Consiglio – si legge ancora nel dossier – rilancia il progetto del Ponte sullo Stretto di Messima intere aree del Sud si ritrovano sempre più lontane dal resto d’Italia e perfino nei collegamenti regionali. Il problema è che il dibattito politico continua ad avere come unica prospettiva quella delle grandi opere, mentre è il gap di collegamenti regionali, la riduzione dei treni e la lentezza dei convogli lungo le principali direttrici il dramma che vive ogni giorno che vive nel Mezzogiorno”. Problemi questi che i pendolari molisani conoscono ormai alla perfezione.
Per capire la differenza e l’incongruenza in termini di offerta di treni oggi in Italia basta pensare come nel 2007 da Roma verso Milano i collegamenti Eurostar al giorno erano 17, mentre oggi tra Frecciarossa e Italo sono 63, con un aumento dell’offerta in 8 anni pari al 370 per cento. Ciò significa che al Sud circolano meno treni e l’attuale livello di servizio nelle Regioni del Sud è imparagonabile per quantità a quello del Nord. Addirittura ogni giorno in tutto il Mezzogiorno circolano meno treni regionali che nella sola Lombardia. In particolare tra Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna i treni effettuano 1.738 corse, ossia decisamente meno dei 2.300 della sola Lombardia.
Un Paese dunque con sempre più treni di serie A e B, dove si evidenzia in alcune città una vera e propria emergenza per i pendolari, mentre al sud come una grande questione nazionale. Una problematica che va risolta solo attraverso l’investimento nel settore.
Secondo Legambiente “occorre porsi obiettivi ambiziosi per fare della mobilità una sfida prioritaria per modernizzare il Paese”. Il primo tra questi quellodi far crescere il numero di persone che prende il treno anche fuori dalle linee a Alta Velocità e in particolare al Sud, ovviamente Molise compreso.
fab.abb