Sospese le ricerche per Sara e Benedetta. Nessuna traccia delle due gemelline lanciate nel Tevere dalla mamma di Agnone, trovata morta a Roma
Sono state sospese da circa 20 giorni le ricerche di Sara e Benedetta, le due gemelline di cinque mesi lanciate nel Tevere dalla madre, la donna di Agnone trovata morta nelle acqu del medesimo fiume che attraversa la Capitale.
A nulla sono serviti gli sforzi dei vigili del fuoco e della polizia fluviale messi in campo per trovare i corpicini delle piccole. Nemmeno l’utilizzo di radar speciali ne ha consentito il recupero.
Il Tevere potrebbe averle letteralmente inghiottite e aver trasportato i loro piccoli corpi anche fino al mare. Per quasi un mese e mezzo i soccorritori hanno monitorato il fiume, prima con l’aiuto di due elicotteri, poi con i gommoni dei sommozzatori.
Successivamente i pompieri hanno deciso di adottare una strategia affidandosi alla tecnologia. L’intero campo di ricerca è stato scandagliato due volte ma senza alcun risultato. I corpicini, quindi, a questo punto difficilmente si trovano lungo il corso del fiume. Per questo motivo le ricerche sono state interrotte.
I fatti risalgono alle prime ore della mattina di quel drammatico 20 dicembre. A dare l’allarme era stato un testimone che aveva visto la donna molisana lanciarsi da Ponte Testaccio. Poco più tardi il ritrovamento del cadavere, ma delle figlie nessuna traccia.
Una storia che ha sconvolto il Molise e l’Italia intera e che racconta di una vicenda dolorosissima. Le gemelline erano, infatti, nate premature al policlinico Gemelli, dove poco dopo la nascita era morta una terza sorellina.
Le piccole erano in cura nello stesso ospedale dove erano ricoverate fin dall’agosto dello scorso anno per problemi di salute. Una era stata dimessa a novembre, l’altra qualche giorno prima del tragico gesto che la donna, a questo punto, avrebbe anche potuto progettare da tempo.