Sette anni e due mesi per il 37enne che accoltellò la barista di ‘Las Vegas’. In aula anche la vittima del terribile gesto
Sette anni e due mesi di reclusione la pena che dovrà scontare Umberto Santoro, il 37enne di Campobasso che quasi un anno fa accoltellò la barista della sala slot ‘Las Vegas’ di via Veneto e che è stato riconosciuto colpevole dei reati di tentato omicidio, rapina e minacce.
L’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Lombardi, aveva chiesto 9 anni e 4 mesi. Il giudice, Maria Libera Rinaldi, con rito abbreviato (che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena ndr) ha riconosciuto il parziale vizio di mente e ha concesso le attenuanti generiche. Il giudice ha, inoltre, accolto la richiesta di risarcimento del danno della parte civile, assistita dall’avvocato Fabio Del Vecchio, disponendo una provvisionale di 10mila euro.
Intanto, i legali del ragazzo, gli avvocati Arturo Messere e Paolo Lanese attenderanno le motivazioni della sentenza per valutare la possibilità di fare o meno appello.
In aula questa mattina anche la vittima che circa un anno fa combattè con la morte dopo che la furia del 37enne del capoluogo si scagliò sul suo corpo. Presenti anche il padre e la sorella del ragazzo.
Era la sera dell’8 aprile 2014, quando il giovane, attualmente rinchiuso nel carcere psichiatrico di Lanciano, entrò nel locale di via Veneto e una volta solo con la barista, minacciò quest’ultima con un coltello per farsi dare l’incasso della serata. Subito la colpì più e più volte, lasciando la giovane in una pozza di sangue.
A ritrovare nel locale la ragazza agonizzante e avvisare i soccorsi fu il fidanzato della stessa, che poco prima dell’aggressione aveva ricevuto una telefonata dalla donna in cui diceva di essere preoccupata per la presenza di uno strano tipo nel locale. Complesso l’intervento chirurgico al quale la giovane è dovuta essere sottoposta, così come lunga è stata la degenza in ospedale e la riabilitazione.
Immediato fu quella sera l’intervento della Mobile di Campobasso, i cui agenti ritrovarono Santoro davanti a un bar su corso Vittorio Emanuele II.
Secondo Antonio Salati, il medico che effettuò la perizia psichiatrica sul 37enne e che è stato ascoltato dalla Rinaldi durante l’udienza preliminare, il ragazzo era “idoneo ad affrontare il processo”. Fu lo stesso medico che affermò come il giovane sia affetto da disturbo della personalità associato all’utilizzo di sostanze stupefacenti.