Santa Croce di Magliano, punto da una vespa va in shock anafilattico: salvato dal farmacista e dal medico del paese
È avvenuto tutto in pochi minuti. Quando è stato punto da un calabrone non sapeva di essere allergico. Lo ha concretizzato poco dopo, quando ha sentito che le forze gli venivano meno. Uno shock anafilattico che poteva essere fatale all’imprenditore di Santa Croce di Magliano, Nicola Pilla, salvato dal farmacista del paese, Alberto Florio e dal medico, Michele Iantomasi, ai quali vanno oggi i suoi ringraziamenti.
Quando si è accorto di stare male, il 59enne ha allertato immediatamente il 118, ma in quel momento l’ambulanza era su un altro intervento. Che non ci fosse tempo da perdere l’imprenditore di Santa Croce lo ha capito subito, ed è così che è riuscito a trascinarsi fino alla farmacia del paese.
A raccontare cosa sia successo subito dopo è poi lo stesso farmacista che gli ha prestato soccorso. “Quando lo abbiamo visto entrare, – dice Florio – si reggeva a stento. Abbiamo capito subito che era qualcosa di grave. Nicola è riuscito solo dirci che era stato punto da un insetto. A quel punto, gli abbiamo misurato la pressione, ma i valori erano bassissimi e non riusciva quasi più a respirare. Allora, – racconta ancora il farmacista – ho chiamato il 118, ma l’ambulanza era impegnata in un altro intervento e così mi è venuto spontaneo allertare il dottor Iantomasi che, sentendo di cosa si trattasse, ci ha autorizzato a praticare delle iniezioni di cortisone e antistaminico e utilizzare un inalatore a base di cortisone. Per fortuna, dopo qualche minuto, Nicola ha iniziato a riprendersi e, poco dopo, è arrivata anche l’ambulanza”.
Florio si dice felice di essere riuscito a salvare il suo concittadino. “In paesi come questi, – dice, riflettendo a voce alta – nei piccoli centri della regione, dove manca il pronto soccorso o presidi di pronta emergenza, si rischia spesso di lasciarci la pelle”.
E in effetti, quello di Nicola non è nemmeno il primo caso della stagione, dove ce ne sono stati almeno un altro paio.
Una storia a lieto fine che, come dice Florio, “dà un senso ulteriore al lavoro dei farmacisti sul territorio”, ma che, aggiungiamo noi, apre tanti altri interrogativi sui servizi sanitari che, per una logica fatta sui numeri, rischia davvero di prendersi gioco della vita delle persone. Soprattutto di quelle che vivono in alcune zone del Molise.