San Giuliano di Puglia: il Giorno della Memoria ma soprattutto delle azioni per il futuro
Il ricordo delle vittime innocenti del terremoto del 31 ottobre 2002 è affidato alle parole del sindaco di San Giuliano di Puglia, Antonello Nardelli. L’emozione e il dolore sono tangibili oggi più che mai, ma la comunità non perde la speranza per il futuro: bisogna lavorare per difendere i nostri figli.
Ventidue anni fa il terremoto a San Giuliano di Puglia che provocò 30 vittime, di cui 27 bambini della scuola ‘Jovine’ con la loro maestra ed altre due persone. Da allora nulla più è stato come prima, sia per il ricordo e il dolore per la scomparsa di un’intera generazione, sia per la gestione dell’edilizia scolastica.
Ma, nonostante l’immane tragedia vissuta, la piccola comunità di San Giuliano di Puglia ha dimostrato una grande forza e un profondo orgoglio, ricominciando e ricostruendo. Oggi, in occasione della Giornata della Memoria, il ricordo passa nelle parole commosse del primo cittadino, Antonello Nardelli.
“Ricordare, ogni anno, il terremoto del 31 ottobre 2002, il crollo della scuola, le vittime, i nostri 27 bambini e la loro maestra, non è solamente un mero esercizio di memoria; per la nostra comunità questa data rappresenta attimi, minuti, ore e giorni di lacerante dolore. Un nodo alla gola che ritorna, asfissiante e freddo, come in quei giorni di 22 anni fa. È una ferita che non potrà mai rimarginarsi: la vicinanza, l’affetto, l’empatia e la solidarietà nei confronti dei genitori che in quel crollo persero i loro figli, non potranno mai colmare il vuoto esistenziale della loro assenza” spiega Nardelli.
“Il dolore e la tristezza di quel giorno sono negli animi non solo della comunità locale, ma anche in quelli di tutte le persone che dalle parti più diverse del nostro Paese, ora come allora, ci tengono a far sentire la loro presenza, accomunate da un senso civico solidale e compassionevole; a loro, ai Vigili del Fuoco, ai soccorritori, alle associazioni di volontariato, agli enti come la Protezione Civile e le Istituzioni ancora oggi va il nostro ringraziamento”. Prosegue il ricordo di Nardelli: “Gli anni passano e il tempo ci ha permesso come comunità di tornare a rivivere, dimostrando una resilienza non affatto scontata. Ricordare la tragedia della scuola Jovine è un dovere morale ed etico ma ancora oggi riecheggiano nella nostra mente le parole dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che disse “Non abbiamo saputo difendere i nostri figli”. Purtroppo queste parole sono ancora contemporanee e tragicamente realistiche perché rappresentano un monito e uno stimolo ad agire”.
Il sindaco, inoltre, riflette su quanto fatto ma evidenzia quanto ancora c’è da fare in materia di sicurezza scolastica: “Il problema della sicurezza strutturale degli edifici scolastici che ricadono in aree classificate a rischio sismico è ancora lontano dall’essere risolto. Le testimonianze del Comitato delle Vittime che con forza in questi anni si è prodigato per portare avanti la battaglia per la sicurezza scolastica ci riportano alla realtà dei fatti: dopo il crollo della Jovine, altri genitori si sono ritrovati a piangere i loro figli, pensiamo a quanto accaduto all’Aquila nel vicino Abruzzo. Questo giorno deve ricordare soprattutto alle Istituzioni e alla classe politica la responsabilità che hanno nei confronti delle nuove generazioni, affinché le emozioni e il dolore di questo giorno si trasformino in azioni concrete, in fatti e non parole, solo allora tragedie come la nostra non torneranno a ripetersi” conclude Nardelli, dando voce alla sua comunità.