Rapine in quattro banche di Campobasso: in manette i due malviventi
Sono finiti in manette i due napoletani che nel 2014 avevano assaltato alcuni istituti bancari di Campobasso. Gli stessi sono stati arrestati dai Carabinieri nel corso di una vasta operazione condotta dal Nucleo investigativo e dalla Compagnia del capoluogo, tra Campobasso, Termoli e Napoli. I rapinatori in trasferta in Molise, G. G. classe 1958 e I. R. classe 1987, entrambi pregiudicati si trovano in carcere a seguito di un’esecuzione di ordinanza di custodia cautelare e perquisizione domiciliare emessa dal Tribunale di Campobasso, su richiesta della Procura della Repubblica.
I due sono ritenuti responsabili di ben quattro rapine a Campobasso. Il 15 settembre scorso minacciarono, infatti, i dipendenti della filiale della Banca Popolare di Ancona senza riuscire a portar via un centesimo, poiché non vi era contante nelle casse e la cassaforte era chiusa e temporizzata.
Il 23 luglio 2014 fu poi la volta della Banca delle Province Molisane di via Labanca, dove entrarono minacciando i dipendenti con un taglierino e dalla quale portarono via 5mila 400 euro.
Seguì, nel mese di agosto, la rapina avvenuta all’Unicredit di via XXIV Maggio, dove sempre armati di un taglierino riuscirono a rubare 5mila200 euro, più 500 euro custoditi nel borsello di un impiegato, nonchè quella che in città destò più clamore effettuata in pieno giorno alla Banca Nazionale del Lavoro di via XXIV Maggio.
Proprio durante l’ultimo colpo, messo a segno in una città che i due rapinatori conoscevano molto bene, fruttò ai malviventi un bottino da 150 mila euro. Erano circa le 10,30 del 27 ottobre 2014, quando i due a volto semicoperto, dopo essersi appostati sotto i portici all’entrata dell’istituto di credito assaltarono il furgone portavalori che in quel momento era stato parcheggiato nel piazzale dinanzi la Bnl, riuscendo a fuggire con 150 mila euro. Durante la rapina era seguita una colluttazione con le due guardie giurate dell’istituto di vigilanza ‘Aquila’ ed erano partiti due colpi di pistola, uno dei quali ferì di striscio al braccio una donna che passava lì per caso. Una 65enne, subito soccorsa dal personale del 118 e trasportata all’ospedale ‘Cardarelli’.
I rapinatori riuscirono rapidamente a scappare a piedi con la refurtiva e a imboccare la strada laterale della banca che prosegue verso la zona del Cep. In fondo alla stradina ad attenderli un’automobile con il terzo uomo pronto ad aspettarli.
Subito sul posto accorsero i Carabinieri e la Scientifica per le indagini. Fondamentali per acciuffare i due malviventi sia le immagini del circuito di sicurezza dell’Istituto di credito, sia le testimonianze dei presenti.
In realtà, le indagini degli inquirenti presero il via dal primo colpo che i malviventi effetturono il 14 aprile del 2014 all’ufficio postale di Ferrazzano. Lo studio dei filmati ha permesso ai Carabinieri di individuare nel riflesso della vetrata degli uffici, un autoveicolo rosso con cui i rapinatori, quella volta, si allontanarono dal luogo del reato. Certosina la ricerca dell’autovettura attraverso la rete di vendita fino a risalire ad un utilizzatore, di origini campane ma domiciliato a Campobasso, che era stato multato la sera prima della rapina dalla Guardia di Finanza, proprio a bordo di quell’automobile.
A seguito di approfonditi accertamenti i Carabinieri hanno così scoperto le assidue frequentazioni dell’intestatario della vettura con i due malviventi, che erano stati sorpresi all’interno di un agriturismo a Perugia. Prezioso a questo punto si è rivelato lo scambio di informazioni con l’Arma di Perugia con i quali i Carabinieri di Campobasso hanno condiviso dettagli e riproduzioni fotografiche dei due all’atto del controllo in Umbria. La similitudine tra le foto segnaletiche e gli autori delle rapine nel copoluogo molisano è stata immediatamente notata dagli inquirenti che hanno proceduto a farli riconoscere dai testimoni che erano stati minacciati durante le rapine avvenute in Molise.
Un importante risultato quello conseguito dall’Arma se si pensa che i Carabinieri ancora una volta, dopo la rapina alla gioielleria Tancredi del 2012, sono riusciti ad assestare un duro colpo a chi “ritiene – dicono dalla Caserma di via Mazzini – che questa regione possa essere un luogo dove compiere azioni delittuose, rimanendo impuniti”.