L’addizionale regionale per ripianare il disavanzo sanitario va davanti alla Corte Costituzionale per il giudizio di legittimità. I giudici tributari accolgono il ricorso dell’avvocato Franco Mancini
La commissione tributaria provinciale di Campobasso, presieduta da Giuseppe Di Nardo e composta dai giudici Luigi Catelli e Angelo Marolla, con l’ordinanza numero 588/2015, depositata oggi, giovedì 5 novembre 2015, ha accolto la richiesta di rimessione degli atti alla Corte Costituzionale, dichiarando rilevante e non manifestamente infondata la questione di illegittimità costituzionale dell’articolo 2, comma 86, della legge numero 191/2009 e dell’articolo 6,comma 10, del decreto legislativo numero 68/2011, per violazione degli articoli 53, 97 e 24 della Costituzione.
La disposizione censurata, la Finanziaria 2010, prevede che “l’accertato verificarsi, in sede di verifica annuale (operata dal Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti e Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli di assistenza sanitaria), del mancato raggiungimento degli obiettivi di rientro dal deficit sanitario, comporta, oltre a varie misure (blocco delle assunzioni e del turn-over, divieto di effettuare spese non obbligatorie, decadenza dei direttori generali, nomina del commissario ad acta), l’incremento nelle misure fisse di 0,15 punti percentuali dell’Irap e di 0,30 punti percentuali dell’addizionale all’Irpef”.
Si tratta, quindi, di una maggiorazione automatica, imposta d’imperio, in deroga alle facoltà concesse alle regioni in tema di riserva di aliquota.
In virtù di tale previsione, il Molise è attualmente l’unica regione con addizionale regionale al massimo a causa del disavanzo sanitario, mentre, in passato, anche Calabria e Campania hanno subito lo stesso trattamento.
L’avvocato Franco Mancini ha visto in questo sistema un vuoto legislativoal principio di capacità contributiva, non sussistendo alcun nesso causale tra la capacità economica dei cittadini residenti e l’inadeguatezza dei piani di rientro dal deficit sanitario.
La commissione tributaria provinciale di Campobasso ha ritenuto non infondata tale critica, annotando che non risulta “ragionevole e rispettoso dell’articolo 53 della Costituzione, ancorare l’aumento delle addizionali al modo di gestire il servizio sanitario. In tal modo, costringendo i cittadini a pagare un maggiore tributo, per la colpa (o il dolo) dei soggetti che lo amministrano, e ad essere, inoltre, penalizzati per le deficienze del servizio ed il maggiore costo dello stesso”.
In relazione all’articolo 97 della Carta costituzionale, che detta i principi di buon andamento ed imparzialità della Pubblica Amministrazione, essendo, nella circostanza, adottato un criterio del tutto discrezionale, quale il mancato raggiungimento degli obiettivi di rientro, rimesso alla valutazione di organi tecnici, senza alcun contraddittorio. Ciò tanto più se si considera che la Pubblica Amministrazione statale partecipa al giudizio tecnico sullo stato di avanzamento del piano di rientro provvedendo anche alla gestione commissariale, “onde è condizionata dalle sue stesse valutazioni, sì che per essa difetta del tutto, quale ente impositore, la condizione di imparzialità nei confronti della Regione controllata”.
La commissione provinciale ha, inoltre, fatto proprie le censure rivolte dal ricorrente, il legale Franco Mancini, il quale ha lamentato la violazione del diritto di difesa di cui all’articolo 24 della Costituzione, tenuto conto che, nei confronti delle valutazioni dei tavoli tecnici, non è previsto alcun intervento, o comunque possibilità di contestazione, da parte del contribuente inciso dalla maggiorazione dell’aliquota.
I giudici tributari hanno anche osservato come, nella fattispecie, il contribuente non goda nemmeno di un’adeguata tutela indiretta, in quanto la partecipazione dei rappresentanti del governo regionale alle decisioni dei tavoli tecnici, non risponde a tale esigenza, non potendo avvertire i limiti e le inadeguatezze di piani che essi stessi hanno formulato ed essendo inoltre interessati a deresponsabilizzarsi, per non esporsi alla impopolarità.
“La trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale – afferma l’avvocato Franco Mancini –apre uno scenario di grande ed attuale interesse, considerato che, proprio in questi giorni, nel confronto tra il Governo e le Regioni sui temi della sanità, è fonte di serrata polemica l’ipotesi che il programmato blocco delle addizionali riguardi tutte le regioni, tranne quelle in disavanzo sanitario”.