La chiesa di San Giuseppe Artigiano è divenuta troppo piccola per contenere tutti. Campobasso è una città in lutto per l’ultimo straziante saluto a Gianrmarco Di Vico, il 21enne che la sera dello scorso 8 luglio ha tragicamente perso la vita in un incidente stradale in Contrada Colle delle Api. Dopo l’esame autoptico sul corpo del giovane, eseguito ieri dall’anatomopatologo, Massimiliano Guerriero, il magistrato ha autorizzato i funerali, avvenuti alle 12 di oggi, 12 luglio.
Lacrime, commozione e domande che non trovano una risposta. I volti attoniti dei tanti coetanei di Gianmarco affollano il sagrato.
Ad accogliere il feretro è un fiume di gente. Non solo giovanissimi, ma persone di tutte le età che continuano a chiedersi perché.
C’è la compostezza che poco riesce a mascherare il dolore straziante dei familiari.
Ci sono i motocicli affilati dinanzi la chiesa e quelle maglie bianche su cui è impressa la scritta in spagnolo del guerrigliero messicano, Zapata, che recita: “Meglio morire in piedi, piuttosto che vivere in ginocchio”. Quella frase che Gianmarco ripeteva sempre.
Ci sono i palloncini bianchi e rossi che voleranno in cielo quando il feretro lascerà la chiesa, accompagnato da quel dolore che toglie il fiato e con cui la famiglia e gli amici dovranno imparare a fare i conti per sempre.
“Viviamo un momento di sofferenza, affidiamoci a Dio, abbiamo fede”, riesce a dire l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Bregantini, all’inizio di una liturgia funebre così difficile da affrontare a livello emotivo anche per un uomo di Chiesa come lui.
“Questo dolore è immenso, travolge una famiglia e un’intera comunità. Mentre parlo – dirà poco dopo il presule – invoco la Madonna, affinchè accolga il figlio morto”.
C’è poi il riferimento al mistero della vita che troppe volte pone l’essere umano dinanzi ad avvenimenti di cui non si conosce il perchè. “Siamo tutti nelle mani di Dio, dobbiamo vivere consapevoli che la vita è affidata a noi, ma non la possiamo possedere. Dobbiamo essere saggi e consapevoli del dono che Dio ci ha fatto per viverlo bene. Proprio come ha fatto Gianmarco nella sua vita”.
Nelle parole del parroco, don Vittorio Perrella, non manca l’appello alle autorità, “affinchè promuovano la sicurezza sulle strade”, così come c’è spazio per un saluto e una preghiera per l’amico ancora in ospedale.
Infine, le parole di Bregantini per non lasciare sola la famiglia: “Il loro dolore è il nostro, elaboriamolo insieme. Mai da soli, altrimenti non ce la facciamo”.
E farcela, oggi, tra tutte quelle lacrime e tutti quegli interrogativi, a cui forse mai nessuno saprà dare una risposta, sembra davvero difficile. A dimostrarlo sono i pensieri che gli amici hanno voluto dedicare a Gianmarco e che vengono letti con la voce rotta dall’emozione.
“Continua a sorridere, perchè il tuo sorriso è la nostra forza”, dice chi regala ai presenti qualche annedoto privato di un amico a cui, per gioco, si attribuiva quel soprannome che, oggi, invece, servirà per un insopportabile addio. “Ciao Jimmy Choo”.
pierpgabr