Il palco del Papa rivestito di Canapa. Le forze dell’ordine abbandonano le resistenze e “assaggiano” ciò che illegale non è
Che il palco che ha ospitato Papa Francesco fosse stato pensato per evocare il mondo rurale del Molise è ormai noto a tutti. Ma di sicuro non tutti sapranno che il rivestimento alle spalle del luogo in cui Francesco ha celebrato la Santa Messa, così come lo spazio in cui lo stesso ha potuto indossare i paramenti era ricoperto interamente di Canapa. Un rivestimento che ha generato una certa meraviglia soprattutto tra i rappresentanti delle forze dell’ordine che si sono trovati dinanzi a decine e decine di foglie praticamente identiche alla cosiddetta “Maria”, lo stupefacente che sono avvezzi più che altro a sequestrare.
Sgomento solo iniziale quello dei tanti Baschi Verdi provenienti da fuori regione in occasione dell’evento mondiale tenutosi sabato 5 luglio a Campobasso. Proprio a loro, infatti, gli esponenti dell’Associazione Sativa Molise hanno spiegato come quella pianta sia la versione “legale” di un vegetale che nella maggior parte dei casi viene associato esclusivamente alla termine droga. Dopo aver ascoltato attentamente le parole degli intenditori di Canapa, i rappresentanti delle forze dell’ordine, abbandonato tutte le resistenze del caso, si sono anche concessi di assaggiare alcuni prodotti alimentari prodotti da questa pianta.
A raccontare il simpatico episodio è Marzio Fiore di Sativa Molise, reduce dai numerosi preparativi che l’associazione ha dovuto affrontare per il dono fatto al Santo Padre. Un’occasione importante colta anche e soprattutto per rompere i numerosi pregiudizi che si hanno sulla parola “canapa”. Quella coltivata dall’associazione in alcuni territori del comune di Palata è infatti la varietà “sativa”, ovvero quella che al suo interno non contiene le cosiddette sostanze psicotrope e che può essere impiegata in numerosi altri settori. Dall’edilizia all’alimentare, passando dal tessile alla produzione di carta sono infatti solo alcuni comparti in cui la sostanza vegetale può essere utilizzata senza inquinare, dato che per la coltivazione è stato bandito qualunque tipo di pesticida.
In realtà la coltivazione nella canapa intrapresa a Palata ha poco a che fare con qualunque tipo di “trasgressione” rappresentando più che altro un vero e proprio ritorno alle origini. Fino alla prima metà del ‘900, il Molise era infatti uno dei maggiori produttori di Canapa del centro Sud Italia. Lo ricordano bene gli anziani del paese per nulla sorpresi dall’insediamento della piantagione industriale ma che, anzi, rammentano le corse da ragazzi che facevano nei campi di canapa e addirittura il canapaio di Acquaviva Collecroce.
Testimonianze importanti che fanno tornare alla mente un passato a cui bisogna guardare in ottica di un futuro eco-sostenibile. Anche e soprattutto in relazione ai costi di questa nuova sfida intrapresa da Sativa Molise. “Il conto è spesso salato – sottolinea difatti Fiore – anche perché in Italia non c’è filiera, rispetto agli altri paesi siamo indietro di 30 anni e anche i nostri acquirenti provengono da altre nazioni come Germania e Francia”.
Nonostante le tante difficoltà lo stesso Fiore unitamente al presidente Rosario Scotto e agli altri componenti dell’associazione, Davide Petrollino e Tarquinio Di Felice, non si arrendono e pensano a una cooperativa che possa dare il via alla costituzione di una filiera per la Canapa Sativa, la stessa pianta con la quale è stato addobbato lo scorso 5 luglio il palco di Papa Francesco allestito all’ex stadio Romagnoli di Campobasso e che è servita per un altro dono importante fatto al Pontefice: un tessuto in canapa di circa 100 anni fa utilizzato per il pregiatissimo saio offerto a Bergoglio.
Un Pontefice in grado di rompere gli schemi anche durante la sua visita in Molise che sicuramente ha saputo apprezzare il regalo offertogli da chi tutti i giorni lavora per combattere i pregiudizi di una cultura che troppo spesso ha trasfigurato il senso vero delle cose.