Solo alcune restrizioni saranno uguali per tutto il territorio nazionale, ma il Paese sarà diviso in tre fasce di rischio.
A decidere in quale area si trova una singola Regione lo deciderà il Governo, con apposita ordinanza del Ministro della Salute che farà propri i coefficienti di rischio raggiunti dalla singola regione e certificati dall’istituto Superiore di sanità.
In base all’andamento dell’epidemia a livello locale sarà possibile uscire ed entrare nelle diverse fasce per le quali le restrizioni saranno differenti.
È questo il nuovo piano del Governo per contenere l’epidemia. A illustrarlo lo stesso premier Conte alla Camera, dopo il confronto con le Regioni.
“Si tratta di una strategia – le parole del presidente del Consiglio dei Ministri – che non può coincidere con quanto avvenuto lo scorso marzo e che, necessariamente, deve tenere conto dei principi di proporzionalità ed adeguatezza in riferimento a un regime differenziato basato sui diversi scenari regionali”.
“L’intervento – spiega ancora – sarà modulato a più riprese e in modo graduale. Sarà una strategia articolata e flessibile rispetto alla prima fase”, quando di fatto il Paese era del tutto impreparato all’emergenza.
MISURE UGUALI SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE
A livello nazionale ci saranno, tuttavia, dei provvedimenti comuni che riguarderanno alcune misure come:
- coprifuoco nella fascia serale;
- la chiusura dei centri commerciali nei festivi e pre-festivi;
- chiusura delle attività di scommesse;
- possibilità che la didattica a distanza elle scuole secondarie passi al 100%;
- limite degli spostamenti tra regioni con alto rischio se non per motivi di lavoro, salute o studio o comunque per necessità certificate;
- chiusura di musei e mostre;
- limite del 50% relativo ai mezzi di trasporto pubblico locale.
Provvedimenti il cui “principio ispiratore – dichiara Conte – riguarda la priorità della difesa della vita umana e della salute. Precondizione per il godimento di tutti gli altri diritti. Siamo consapevoli – sottolinea il premier – della spossatezza e della rabbia dei cittadini, e siamo consapevoli che le nuove limitazioni avranno ulteriori ripercussioni sulla produzione e sui redditi dei cittadini ma vorrei ribadire che non vi può essere dilemma tra le difesa della vita e quella della nostra economia”.